Tardelli: “Il risultato è l’unico dio e non è vero che si vince giocando male”

Intervista al CorSport: "Sarri? Scelta ottima. Alla Juve ci sono campioni portati a fare delle scelte. A Napoli prevaleva lo spartito"

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Il Corriere dello Sport intervista Marco Tardelli, che si candida alla presidenza del sindacato calciatori. In sostituzione di Damiano Tommasi. Tardelli lo definisce “un tentativo che andava fatto”

«I calciatori sono spariti, hanno perso la centralità, l’importanza che avevano un tempo, oggi sono figure semiperiferiche. Erano al centro, ora sono di lato. Le sole decisioni che prendono sono quelle in campo».

I calciatori, spiega, devono contare di più.

«Il calcio senza i calciatori non si può fare, non esiste, e quindi, al di là dell’attenzione all’aspetto economico, devono e possono contare di più, essere presenti in tutti i tavoli nei quali si decidono regole e modifiche».

Su Sarri alla Juve e sulle differenze rispetto al periodo napoletano dell’allenatore bianconero

«Scelta ottima, Sarri. Naturale che a Torino non possa mostrare lo stesso calcio di Napoli. Sono cambiati gli interpreti, le aspettative, le pressioni. E anche i tempi di gioco e gli atteggiamenti. Alla Juve ci sono campioni portati a decidere, a fare delle scelte. A Napoli Maurizio aveva trovato grande disponibilità da parte della squadra, lì prevaleva lo spartito. La differenza più evidente, al momento, è la fluidità del gioco. Il gioco del Napoli era più scorrevole. Sarri ha princìpi diversi da quelli di Allegri e incarna il cambiamento voluto dalla società. La Juve è passata da un calcio più utilitaristico a uno più – senza offesa – pretenzioso, ma il punto è un altro: alla Juve bisogna innanzitutto vincere e Allegri ci è riuscito, anche le due finali di Champions conquistate le considero un successo».

Sul ritorno di Ibra.

«Può e deve dare qualcosa al Milan. Non sarà lo stesso Ibra di un tempo, l’anagrafe ha il suo peso. Ma è stato chiamato per aggiungere, non per togliere. Tutti quei bei discorsi sulla programmazione  abbandonata, sui progetti tecnici azzerati valgono davvero poco. Quando una squadra non funziona è indispensabile trovare dei rimedi immediati, ci sono momenti in cui la coerenza può avere un prezzo troppo alto. Il calcio ha bisogno dei risultati, il risultato è l’unico dio e non è vero che si vince giocando male».

Sul Var

«Sono sempre stato contrario al Var, la penso esattamente come Allegri. Il fuorigioco di tre millimetri, l’esultanza del gol soffocata dopo pochi secondi da un decisione esterna, la mancanza di uniformità nell’utilizzo della tecnologia… Ad ogni modo noto che stanno tornando indietro. Il Var non ha risolto niente e ha tolto una quota di spettacolarità al gol».

 

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