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Scontro in metro, la Procura indaga. Il responsabile metro: “Il macchinista ha sbagliato”

I reati ipotizzate sono disastro ferroviario, lesioni e violazione delle norme in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro. Anche il Mit apre un’inchiesta

Scontro in metro, la Procura indaga. Il responsabile metro: “Il macchinista ha sbagliato”

La Procura di Napoli continua ad indagare sullo scontro dei treni in metropolitana di martedì mattina. I reati ipotizzati sono: disastro ferroviario, lesioni e violazione delle norme in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro.

Le indagini, scrive il Corriere del Mezzogiorno, si estenderanno su tutta la linea della metropolitana collinare. E la settimana prossima cominceranno gli interrogatori dei vertici di Anm e dei macchinisti.

La Procura ha sequestrato i treni coinvolti nello scontro e le scatole nere.

“L’impegno è quello di procedere celermente, ma senza lasciarsi prendere da una fretta dettata dalla esigenze del trasporto pubblico. La priorità resta la sicurezza in merito alla quale servono risposte che solo un lavoro attento di indagini può fornire”.

Ieri mattina, intanto, i tecnici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il personale Anm hanno eseguito un sopralluogo sul luogo dell’incidente. Anche il Mit, infatti, ha aperto un’inchiesta.

Il servizio è stato riattivato, ma la metro, che funziona solo con sei treni, ferma a piazza Dante. Solo quando saranno terminate le opportune verifiche sulla linea sarà ripristinata la tratta Piscinola-Dante. Per limitare i disservizi è stato potenziato il servizio bus.

Il quotidiano riporta le dichiarazioni dell’ingegnere Vincenzo Orazzo, responsabile della metropolitana per Anm.

«Uno dei due macchinisti ha sbagliato. Posso dirlo perché fa parte dell’abbecedario ferroviario che se due treni viaggiano nella stessa direzione per impegnare lo stesso binario e se i sistemi di terra danno il segnale libero, quelli di sicurezza danno che uno dei due ha la via impedita. In una logica ferroviaria non si può mai dare apertura a due treni contemporanei. O rimangono tutti e due rossi, oppure uno rosso ed uno verde. La contemporaneità dei due verdi è esclusa».

Anche se uno dei due macchinisti fosse passato con il rosso, come si era già ipotizzato ieri, parlando di errore umano, resta da capire come mai non siano scattati i dispositivi di frenatura automatici previsti per evitare proprio casi del genere.

Orazzo continua:

«Tutti i sistemi di bordo sono nella disponibilità dei macchinisti che possono disattivarli. Potrebbe darsi che qualcuno abbia spiombato la frenatura automatica. Non per dolo, naturalmente, ma perché magari scattava indebitamente, creava problemi alla marcia».

Certo, anche se fosse accaduto quanto ipotizzato dall’ingegnere, il capostazione avrebbe dovuto verificare che il binario fosse libero.

«Se io capostazione ho un segnale che non si apre perché la limatura di ferro sul binario nel quale voglio mandare il treno dà una falso positivo, fa sembrare al sistema che la tratta sia occupata da un altro convoglio, non è che disattivo il segnale e punto. Vado a fare un accertamento, verifico che effettivamente il binario è libero, spiombo il tasto del segnale che blocca l’accesso del treno e lo faccio procedere».

Orazzo parla anche dei problemi della linea metropolitana.

«I sistemi sono obsoleti e risalgono a venti anni fa. I treni sono vecchi. Non vuol dire che si viaggia insicuri. Significa che non di rado i treni non escono. Prima di immettere un convoglio in linea al mattino si effettuano precise verifiche. Se qualcosa non va è scartato».

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