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Rosetti, fuorigioco e Var: «Se servono tre minuti per un millimetro, non è più un chiaro errore»

Il capo degli arbitri Uefa alla Gazzetta sul cambio della regola del fuorigioco: «Il Var non serve a ri-arbitrare le partite, per un silent check servono sedici secondi»

Rosetti, fuorigioco e Var: «Se servono tre minuti per un millimetro, non è più un chiaro errore»

Addio fuorigioco per un naso. Lo ha stabilito o sta per stabilirlo l’Ifab. Oggi la Gazzetta dello sport intervista Rosetti il presidente della commissione arbitri della Uefa. Che parla soprattutto di fuorigioco e di Var:

La Var si avverte soprattutto quando non c’è. È indispensabile, garante di giustizia, però non deve alterare spirito e fluidità del gioco. Vogliamo interventi Var solo quando le immagini evidenziano un chiaro errore, non per ri-arbitrare le partite. Altrimenti meglio la decisione del campo.

Il fuorigioco e la questione di millimetri.

Se per valutare un offside di pochissimi centimetri occorrono svariati minuti per posizionare le linee, ed esiste una difficoltà reale nel determinare se è fuorigioco, sempre meglio lasciare la decisione del campo. Il protocollo Ifab insiste su questo concetto: la decisione va cambiata solo se le immagini provano una chiara evidenza.

Se ci vogliono tre minuti, non è chiaro ed evidente errore

Il Var controlla tutto quello che riguarda i quattro casi del protocollo: gol, rigori, “rossi” ed errori di identità. Il silent
check è un controllo ordinario che non si deve notare: da noi dura circa 16” (in media sono 8 a partita) e non interferisce sulla gara. L’errore importante, chiaro, viene rilevato mediamente in 27 secondi e determina una review dell’arbitro. Se le interruzioni sono troppo lunghe, più di 3 minuti con 10/15 replay e 4/5 camere differenti, significa che non è un “clear and obvious mistake” ma interpretazione soggettiva che il Var non deve correggere.

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