ilNapolista

Posta Napolista – Correre nel nuovo Collana costa il 600% in più

Prime critiche alla nuova gestione. Un lettore contro il “listino prezzi” per l’atletica. “Avrebbe dovuto mantenere una vocazione pubblica anche da privato”

Posta Napolista – Correre nel nuovo Collana costa il 600% in più

Sulla storia dello stadio Arturo Collana sono stati spesi fiumi di parole (citazione pre-sanremese). L’ultima, l’ennesima mazzata, è stata la pubblicazione, peraltro avvenuta in codice morse mischiato ad alfabeto farfallino, delle tariffe, pardon del “Listino” per la pratica dell’atletica leggera.

Fino a due anni fa, epoca pre-chiusura dello stadio, con una telefonata, un caffè, due vaghe promesse di pagare poi di più, te ne uscivi, per l’uso della pista, con 40-50 euro all’anno.

Nella tariffa erano inclusi:

– uso della pista consumata, con l’enorme vantaggio di poter utilizzare le corsie 7-8 per correre a ritmo manifestazione disoccupati organizzati; corsie 1-2 per fingere di essere uno che corre sul serio, schivando piante, pezzi di marmo, pezzi di vecchi runner finiti nel tentativo di arrivare a 3’ e 20” al km (roba che l’ascesa del K2 fa meno senso), le rimanenti corsie per: chiacchierare, fumare, guardare culi ormai vinti dall’eta, interrogarsi sul senso della vita, ipotizzare scenari fantastici per sé e per i propri cari;

– uso dell’ “escape room”. I profani lo chiamavano spogliatoio, ma per gli abituè era un vero e proprio allestimento a tema, il tema ovviamente “spogliatoio”.
Una ricostruzione impeccabile, con docce, panchine, termosifoni, bagni… Tutto simile al vero, tutto puramente scenografico.
Obiettivo uscire prima che si allagasse, che cadesse un bocchettone della doccia, o che un “dirigibile marrone, senza elica né timone” (altra citazione presanremese), uscisse dagli inferi per mostrare la sua potenza.

Ultima, imperdibile, chicca per gli abbonati, l’impagabile ricchezza umana derivante dal contatto con i Lavoratori socialmente utili.

Avviso ai lettori: ho dovuto mettere del filo spinato attorno alla tastiera per venti minuti e prendere 5 tazze di valeriana per evitare di scrivere anche solo due righe sugli L.S.U.

Questo il prima…

Oggi.

Oggi c’è la Giano, che prima si occupava di mattoni e oggi ha messo su un’associazione sportiva.

Come se io facessi l’avvocato e decidessi improvvisamente di mettermi a fare lo scrittore o il giornalista…

Lombroso, svalutato da troppi, compreso da pochi, ma genio indiscusso, presente alla inaugurazione del nuovo stadio Arturo Collana, alla sola osservazione degli enormi nodi delle cravatte del nuovo staff dirigenziale ha detto “famm sta zitt”, ha indossato le sue Mizuno ed è andato correre in strada. Oggi, viaggia su un dignitoso 5’ e 25” a Km su percorso misto, che per uno di quasi 160 anni non è per niente male.

Comunque la Giano, dopo aver messo on line un sito, ad oggi imbarazzante, dove non viene data informazione di nulla, ma solo raccolte fantastiche, quanto insensate, “manifestazione di interesse” alle varie attività che andranno a svolgersi nel nuovo stadio, ha fatto trapelare, con massonica riluttanza alla pubblicità, le nuove tariffe per abbonarsi.

A voler prendere l’abbonamento full, da sottoscriversi entro il 15 gennaio, (ad oggi però lo stadio è ancora chiuso, dunque come iscriversi è parte di una nuova “escape room”), la tariffa semestrale è di € 160, cui ovviamente seguirà ulteriore semestre di pari importo, salvo colpi di scena, il che porta l’abbonamento annuale ad € 320,00… a fronte dei 50 della precedente “gestione” (LSU inclusi).

Forte dei miei due rimandi in matematica al Liceo scientifico, ho impugnato il cellulare ed ho calcolato che trattasi di aumento del 640%, più o meno lo stesso che ha avuto il pane in Venezuela negli ultimi 2 anni.

Dovrei dire… che lo Stadio Arturo Collana è struttura pubblica e, nelle intenzioni dell’autore, avrebbe dovuto mantenere una vocazione pubblica e dunque prezzi accessibili, soprattutto in considerazione della valenza sociale che ha lo sport per una città rovinata culturalmente e socialmente come la nostra.

E che lo Stadio Arturo Collana è struttura pubblica e, nelle intenzioni dell’autore, avrebbe dovuto mantenere una vocazione pubblica e dunque prezzi accessibili, soprattutto in considerazione della valenza sociale che ha lo sport per una città rovinata culturalmente e socialmente come la nostra.

E infine che… lo Stadio Arturo Collana è struttura pubblica e, nelle intenzioni dell’autore, avrebbe dovuto mantenere una vocazione pubblica e dunque prezzi accessibili, soprattutto in considerazione della valenza sociale che ha lo sport per una città rovinata culturalmente e socialmente come la nostra.

Le 3 considerazioni di cui sopra da sole dovrebbero aiutare a capire quanto oscena sia stata, e sia, tutta la vicenda e quanto, ancora una volta, ad essere penalizzati siamo noi e quanto la politica, (tutta), abbia mostrato, (sorpresa delle sorprese), la sua incredibile pochezza.

La vicenda Collana mi ricorda, molto, moltissimo, quella della nuova Edenlandia. Per ora c’è solo un ultimo tarlo che mi tormenta: troverò gli L.S.U. nel nuovo Collana?

P.s. sulla doppiezza della Giano, nel corso degli ultimi anni, avrei voluto utilizzare il dotto richiamo alla divinità del “Giano bifronte”, ma ho temuto di non capirla rileggendola.

ilnapolista © riproduzione riservata