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Lo strano caso del Real San Basilio, il club di Prima Categoria che terrorizza gli avversari con i suoi ultras

Sul Messaggero. Il presidente, capo di un clan della Capitale, è stato arrestato. Ora la Digos indaga e la Questura chiede si giochi in strutture dove sia evitato il contatto tra calciatori e tifosi

Lo strano caso del Real San Basilio, il club di Prima Categoria che terrorizza gli avversari con i suoi ultras

Sul Messaggero lo strano caso del Real San Basilio, club dilettantistico che milita in Prima Categoria finito nella lente di ingrandimento della Digos. Molti episodi sospetti, infatti, lasciano intendere che la squadra vada avanti grazie alle intimidazioni della sua tifoseria. Il Real è considerata una squadra del clan.

Il 20 gennaio ne è stato arrestato il presidente, Alfredo Marando, calabrese, che la Dda ha indicato come capo di un violento gruppo criminale della Capitale, implicato nel traffico di droga.

Proprio in virtù dei timori legati alla situazione, il questore ha stabilito che le sfide siano giocate in luoghi diversi dallo stadio del San Basilio. In strutture

“dove le tribune e gli spogliatoi sono ben separati, dove calciatori e tifosi siano in contatto il meno possibile e dove, in caso di necessità, sia più facile l’intervento delle forze dell’ordine”.

Il San Basilio è secondo in classifica. In vetta c’è il Fidene. Ma la lotta è impari, proprio a causa delle pressioni della tifoseria del Real.

“A spaventare è la squadriglia di ultras al seguito, 100-150 persone che fanno paura specie in trasferta, quando arrivano in piccoli paesi di provincia. Sarà la cattiva nomea della periferia romana, sarà l’atteggiamento spavaldo dei tifosi, ma «l’atmosfera ogni volta è pesante, in campo i giocatori non possono parlare, al fallo più banale vengono minacciati di tutto», allargano le braccia nell’ambiente”.

Tanti gli episodi sospetti. Il 5 gennaio, ad esempio, si gioca San Basilio-Trevignano, nello stadio di casa del club. Gli ospiti vincono per 3-0, ma il Real riesce a rimontare e pareggia.

“Ma l’arbitro al 90’ non manda tutti negli spogliatoi, anzi consente un ampio recupero. Così al 94’ il San Basilio vince grazie a un autogol del Trevignano”.

Passa una settimana e incredibilmente un’influenza improvvisa decima l’avversario che il Real avrebbe dovuto incontrare, ovvero la squadra del Castel Sant’Elia. In una partita in casa, il Sant’Elia schiera solo 8 giocatori

“il minimo sindacale per non dare forfait e prendersi pure la sanzione pecuniaria. Dopo poco, però, un giocatore si fa male, deve uscire e in 7 la partita non si può fare. Così l’arbitro, con buona pace di tutti, decreta la vittoria del Real per 3 a 0 a tavolino”.

E ancora. Il Fidene, che sembra imbattibile, e infatti comanda la classifica, il 20 gennaio scorso, contro il Real, incassa all’improvviso “un sonoro 4 a 0”.

Né si tratta di episodi solo recenti.

“Ancora è vivo il ricordo della tragedia sfiorata al “Gianni” di San Basilio, quando nel novembre 2018 un arbitro venne aggredito e per poco non morì sbattendo la testa a terra. Allora la mamma invocò tutti i vertici del Calcio, ma il clima, a oggi, non è cambiato”.

 

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