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I film di Ken Loach sono imperdibili, anche se non lasciano speranze

Con “Sorry we missed you” descrive ancora una volta l’ingranaggio micidiale che governa i processi di lavoro e che stritola chiunque, anche i superiori

I film di Ken Loach sono imperdibili, anche se non lasciano speranze

I film di Tarantino, Scorsese, Almodovar, Coppola, Woody Allen ( e io ci metto anche Moretti) … dei grandissimi registi insomma non si possono mai perdere. Anche quelli meno riusciti in fondo valgono sempre il prezzo del biglietto. Basta una scena. Una inquadratura. Un colore. Quelli di Ken Loach poi sono davvero irrinunciabili. Con al centro la sofferenza degli ultimi. Degli oppressi. Dei diseredati. Film sempre incisivi e chiari. Ken Loach è il regista (forse l’ultimo) dei temi sociali e del mondo del lavoro.

Ho letto di lui: “nonostante quella sua aria da tranquillo bravo signore di mezza età, tanto english e con gli occhialini tondi da intellettuale, Ken Loach è uno dei registi contemporanei più graffianti del cinema mondiale.”

Egli riesce a raccontare intorno a tematiche angoscianti senza mai annoiare lo spettatore. Senza mai dimenticare che sta girando pur sempre un film. E non scrivendo un saggio di sociologia del lavoro. Né facendo un sermone da un qualche pulpito.
Così è la sua ultima pellicola, Sorry we missed you. Che a me è piaciuta moltissimo. Narrazione asciutta. Sintetica. Senza fronzoli. Senza cedere a tentazioni retoriche. O a facili lacrimevoli pietismi.

Storia della vita quotidiana di una famigliola. Padre, madre e due ragazzi. Sostanzialmente rovinata dai ritmi di vita che il lavoro impone in particolare al capofamiglia. Impegnato per quattordici ore al giorno nell’attività di conducente di un furgone portapacchi. Vessato non tanto da singoli soggetti, quanto dall’organizzazione del lavoro. I singoli, i superiori a pensarci bene, sono anche essi stritolati da un ingranaggio micidiale che governa i processi di lavoro. Il protagonista vede sbriciolarsi il rapporto con i figli e la moglie senza avere nessuna possibilità di difesa. La tensione etica del film è tutta nella denuncia dell’assenza del riconoscimento minimo della dignità umana di un lavoratore.

Ma quando provi a raccontare un film di Ken Loach ti sembra sempre di essere banale. Perché si tratta di film che non si possono raccontare. Ma soltanto vedere. Concludo osservando che a differenza di altri film, penso ad esempio a Piovono pietre, Sorry we missed you è un film terribile perché non prevede alternative. Non lascia speranze. Come inesorabilmente descritto nella scena finale.

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