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Gattuso ghostbusters. Deve guarire un Napoli ipocondriaco

Ancelotti davvero credeva allo scudetto? In casa Napoli sono volati gli stracci e le multe sono ancora lì a testimoniare l’armistizio, ma non la pace

Gattuso ghostbusters. Deve guarire un Napoli ipocondriaco

Cinque partite di cartello e vedremo di che pasta è fatto il Napoli orfano di Ancelotti. Al suo posto Gattuso Ghostbusters. I fantasmi da cacciare via sono i dodici mesi di mercato, i pezzotti in circolazione e i punti che bisogna fare per tornare a essere una squadra vera dopo la sbandata d’autunno. In casa Napoli, inutile dire, sono volati gli stracci e le multe sono ancora lì a testimoniare l’armistizio, ma non la pace.

L’Everton festeggia Re Carlo licenziato

Cinque partite di cartello da fare per cinque mesi di sofferenza già pagata, quando il pubblico ha mollato l’osso e s’è messo a rimuginare sul Paradiso perduto. Resta sottintesa la domanda delle domande: è un bene o un male aver licenziato Ancelotti? L’accoglienza entusiasta tributata dall’Everton a Re Carlo, a pochi giorni dall’esonero napoletano, ha acuito dubbi e strazi amletici.

Le cahier des doléances / 1

Bene o male aver affermato nel ritiro di Dimaro “il secondo posto non ci basta”? Veramente Carletto ci credeva? E la campagna acquisti da aziendalista dichiarato, possibile che il buco di centrocampo non l’abbia visto, mentre consigliava di prendere Lozano e James Rodriguez? E i ritiri punitivi che non si fanno più in Europa, perché li ha accettati (pur dicendosi contrario), perdendo la fiducia della squadra? Dove stava il carisma per impedire la fesseria dell’ammutinamento? Verrebbe di rispondere: alla ricerca di se stesso, flirtando con la teoria ‘tuttocampista’, che è finita per stare, invece, sullo stomaco dei calciatori di ruolo. Confusi e svalutati. E, quindi, per niente contenti di perdere valore con brutte e irriconoscibili prestazioni, finanche in allenamento. Sempre che sia stato Ancelotti il responsabile della fiacchezza azzurra.

Le cahier des doléances / 2

E, come da tatto consolidato, era proprio opportuno mandare in tribuna per ragioni “tecniche” il capitano della squadra in occasione della Champions o di sostituirlo appena dopo un errore, esponendolo a una selva di fischi? E che DeLa chiamasse “mercenari” due giocatori in partenza che hanno fatto la storia del Napoli nell’ultimo decennio?

Napoli come Monaco

Era già successo tutto a Monaco, lì in Baviera, dove il gruppo storico, per niente abbagliato dal carisma dell’allenatore italiano, l’aveva licenziato senza troppi scrupoli.

Stesso esito a Napoli. Spiazzato De Laurentiis, che pensava, con l’ingaggio di uno dei più grandi allenatori europei, di aver risolto, con l’ennesimo coup de théâtre, l’intricata matassa di campionato e Champions, da affrontare con istinti vittoriosi e non con la cagarella. Così, il duo Aurelio & Carletto è andato incontro a una sconfitta bruciante, che mette in disordine i conti della società, non risolve il caso dello stadio mezzo vuoto (in media), finanche il calendario metafisico della società perde colpi nelle edicole per la tristezza del momento.

La Champions? Nostalgia Ancelotti

Motivi a iosa ce ne sono, dunque, per criticare Carletto, presentato come lo Schumacher del pallone e delle classifiche, e il club come un esempio di artigianato extra lusso in competizione col mondialismo spersonalizzante di arabi, cinesi e russo-americani. Lo sfizio di andarsela a giocare in Europa, però, è ancora vivo e qualsiasi sondaggio dimostrerebbe che per i tifosi sarebbe stato Ancelotti la carta vincente, perché esperto, perché pluridecorato, perché principe del match one-to-one.
Più che un leader calmo, un Corsaro delle finali. Sperperando punti preziosi in serie A (un solo scudetto vinto da allenatore del Milan 2001-2009), ma arrembando il Liverpool regina d’Europa. I napoletani avevano creduto a una grandeur fatta di gioco e di esperienza. Ora siamo a Gattuso detto Ringhio, che dovrà incerottare un’ex tigre ferita a morte, di nuovo misconosciuta tra le grandi.

Il re è nudo

Ormai, il re è nudo. Senza giocatori fuori ruolo, senza quell’interventista di De Laurentiis ficcatosi impropriamente nello spogliatoio della squadra, senza Carletto che punta le sue fiches sulla libertà d’azione dei calciatori tuttofare, siamo arrivati al ‘dunque’. Riuscirà la squadra a metter fuori un ringhio d’autore? Gattuso il Ghostbusters meglio di Re Carlo?

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