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Dialogo tra Montalbano e Di Maio

Eri a Montelusa per un sirvizia di ordini pubblica: quanno il Questuri Bonitta-Alderiga lo acchiamai sul cillulari

Dialogo tra Montalbano e Di Maio

Eri a Montelusa per un sirvizia di ordini pubblica: quanno il Questuri Bonitta-Alderiga lo acchiamai sul cillulari.

“Montalbano, venga immediatamente in ufficio: c’è qui una persona di rilievo che vuole salutarla… “.

Muntilbano: “Ma duttuti io stavi aqui lavurando per …. “.

Questuri: “Ma lei quando io parlo non mi ascolta: ho detto immediatamente!”.

M: “Alli ordina, vegno subita”.

Entrata in Questure, Muntilbano venni accolta da Lattiaymilia, il sigritaria, che stranimenta non li feci fari annicamira.

Quini trasette escsabrupta e vidi che un picciotta giovani – di spalla – stavi parlanna con Bonitta-Alderiga”.

“Venga commissario si accomodi: ero proprio qui a parlare con il Ministro di lei e di questo vostro rapporto che io non immaginavo”.

Il picciotta si vutai – forsi eri l’unica che ancura lo faciva; nuta parianti postea de Muntilbano – e Muntilbano s’arricurdai di chella visite al su cummissariata.

“Caro commissario, si ricorda di me: quando venni da lei ero ancora segretario del Movimento”.

Muntilbano: “E chilla i muviminta sugno accussi… “.

Di Maia: “Ma noi contiamo di ritornare a guidare il Movimento dopo gli Stati generali: i Cinque stelle sono casa mia”.

M: “Ma pari che i Cinque stridda l’havino sfrattata… “.

Bonitta-Alderiga: “Ma Montalbano il dottore Di Maio è Ministro degli Esteri… “.

M: “Ah, m’era scurdata: commo stanna le cuse in Libbie?”.

DiMaia (ringalluzzita): “Dopo la conferenza di Berlino abbiano ottenuto il cessate il fuoco e la non fly zone… “.

E parlai pe due orate di file…

Bonitta-Alderiga eri in bruda di sollucchera, Muntilbano stavi pinsando che co chista la gherra non si vinciva, come addiciva su nonne.

“… e quindi tutelare i nostri interessi di approvigionamento del greggio… “.

‘Qualichiduna affirmi il suldato DiMaia’, pinsava Muntilbano.

Poia comme eri accuminciata finnia ecsabrupte il discursa commo si la curda della paziella fusse finita… e pariva che li ocula si fussira spinta commo una bambula di pizza.

Fuiu Bonitta-Alderiga che commo omnes chilla che vivivano di puteri e che quinni eri tra chilla che timivano il silentia che arriprisi il discursa…

“Muntilbano, mi diceva il nostro Ministro che lei ha simpatie per il Movimento… “.

Muntilbano: “Havio patie per omnes”.

Bonitta-Alderiga: “Ma mi diciva il nostro Ministro – una cosa che non sapevo; nota risentita di Bonitta-Alderiga – che lei vanta una parentela con il segretario del secondo partito del nostro arco costituzionale… “.

M: “Ho patie macari per iddo… “.

B-A: “(… )“.

DiMaia: “Commissario, ora il momento è grave: domenica prossima ci sono le Regionali in Emilia-Romagna e bisogna fermare il populista mangione”.

Muntilbano: “Ma nun eri a diete?”.

B-A: “Montalbano, non faccia ironia: Salvini è stato anche nostro Ministro”.

M: “Ah, io pinsava che lo fussia ancura”.

B-A: “(…)”.

DiMaia: “Ma non pensiamo al bamboccione: ora il nostro compito è quello che di costruire un blocco sinistra-Movimento che possa essere un argine ai populisti senza futuro che minano il nostro futuro… “.

M: “E’ vira, circamma di accostruiri qualichi cusa”.

DiMaia: “Vede Questore come il nostro Montalbano – nonostante parentele un po’ improvvide; nota genealogica del Di Maio – è sempre sintonizzato sulle idee innovative del Movimento?”.

B-A: “Mi era incognita questa sua attenzione verso la Politica con la P maiuscola, commissario”.

M: “Vidia che lia mi acconsidera mala: non mi havi mai uscole… “.

DiMaia (impruvvisa rianimannasi): “Bene, ora devo tornare a Pomigliano d’Arco: papà devi dirmi una cosa e poi faccio un wiicheende con la mia ragazza”.

B-A: “Abbiamo saputo che lei ha come compagna una brava giornalista”.

M: “Ah, io pinsava che eri une che li scrivia i tista”.

DiMaia (sinza capire i suttintista di Muntilbano): “Bene, dovete scusarmi ma ora devo abbandonarvi”.

M: “Bine allura puliziotta la salutant: le possa acchiedere n’ultime cusa?”.

DiMaia: “Lei può chiedermi quello che vuole commissario”.

M: “Ma pirchia purta ancura la cravitta?”.

DiMaia: (…)”.

 

 

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