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C’è un nuovo Prefetto in città: “Occorre capovolgere la narrazione di Napoli”

Marco Valentini si è insediato ieri: il racconto nazionale basato solo sulla negatività, arriveranno 400 nuovi agenti

C’è un nuovo Prefetto in città: “Occorre capovolgere la narrazione di Napoli”

“Occorre capovolgere la narrazione che di Napoli viene fatta a livello nazionale, il racconto basato sulle cose negative e sulle difficoltà”.

C’è un nuovo Prefetto in città. Marco Valentini si è insediato stamattina nell’Ufficio territoriale del governo in piazza del Plebiscito, e ha cominciato a dettare la linea ai vertici delle forze dell’ordine: potenziare i servizi per il controllo del territorio, incrementare di 400 unità il numero di forze dell’ordine, investire in nuove tecnologie e promuovere una cultura della legalità. E poi “capovolgere la narrazione di Napoli”.

Come se il racconto della realtà, artefatto o meno, avesse lo stesso peso della realtà da cui quel racconto è tratto. E’ l’effetto di Gomorra sulle istituzioni: attenzione ai fatti e alle parole, pari e patta. Perché nella pubblicità che si fa della città è implicita la percezione che ne hanno i cittadini, o almeno questo è il senso.

Certo, dice Valentini, “non bisogna però voltare lo sguardo rispetto alle cose negative: la criminalità non deve essere più il problema centrale di questa città, ma un fenomeno da contenere e da reprimere. Sono venuto volontariamente in questa città con l’obiettivo di contribuire a migliorare la qualità della vita delle persone che vivono sul territorio. La realtà metropolitana di Napoli ha due elementi che convivono: un patrimonio preziosissimo per l’Italia, ma è anche una realtà molto complessa. Rispetto a questa complessità bisogna avere un atteggiamento realistico, senza cadere nella tentazione di enfatizzare o di minimizzare i problemi”.

Il nuovo prefetto ha parlato ovviamente di camorra e baby gang. “Bisogna far presente tutti i danni che il crimine fa alla vita delle persone. E’ dove esistono le organizzazioni criminali che c’è disagio, e non viceversa. La baby gang sono un fenomeno molto preoccupante ma non riguarda soltanto Napoli e l’Italia ma anche grandi città europee. Certo non è una consolazione, ma dobbiamo interrogarci sul fatto che questo sia un fenomeno giovanile e, in quanto tale, ha bisogno di un impegno per non perdere queste persone, che hanno un futuro”.

Come? “La mia convinzione è che non servano leggi nuove per fare passi in avanti. Occorre un radicale efficientamento della macchia pubblica e il punto fermo è il lavoro collettivo di tutte le istituzioni”.

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