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Zeman: “L’esonero di Ancelotti non offre garanzie. Insigne è il calciatore italiano più dotato”

“Insigne ha dimostrato il suo valore. Però deve anche capire che ogni allenatore ha le sue considerazioni”

Anche Zdenek Zeman è intervenuto sulla crisi del Napoli e sulla figura di Ancelotti.

“Io so come vanno le cose nel calcio e so che quando non vengono i risultati l’unico che rischia è il tecnico. Però so anche che cambiare non sempre significa migliorare e che un eventuale esonero non offra la garanzia di poter cambiare il destino di una squadra”.

Sulla crisi della squadra di Ancelotti:

“Non so cosa abbia il Napoli, non conosco da dentro la situazione, ma immagino come sempre che esista una strada per uscirne ed è il lavoro. Ho visto la partita con l’Udinese, gara da vincere considerata la differenza dei valori, ed è evidente che esistano problemi, al di là del risultato, una paura che si percepisce Ora se un giocatore ha delle paure non può essere certo colpa dell’allenatore e basta. Per questo dico che è ingiusto puntare il dito su Ancelotti. Non è così che funziona anche se è poi la strada più semplice”.

Su Insigne, che conosce bene:

“Il mio preferito, per me sempre il calciatore italiano più dotato. Lo conosco, so quanto possa rendere a sinistra, ma non entro nel merito delle decisioni di Ancelotti. Il suo valore lo ha dimostrato, non c’è bisogno di aggiungere altro, sta vivendo queste difficoltà di tutti, anche perché da napoletano lui sente questa situazione complicata. Io da lui ho avuto tanto, una quarantina di reti tra Foggia e Pescara, giocare al centro per lui è complicato, perché si è sempre esaltato nell’uno contro uno. Però va detto anche altro: questo Napoli ha tante qualità, ha valori che non può aver smarrito. Non conosco le cause ma penso che cercare un colpevole nel tecnico è una abitudine che non necessariamente dia risultati”.

Lorenzo deve però adattarsi al tecnico:

“Lorenzo è il mio pupillo, ha ormai l’età giusta per capire quale è ruolo dove può rendere di più e dare il meglio per sé e per i compagni. Però deve anche capire che ogni allenatore ha le sue considerazioni e che non è neppure giusto rinunciare ai propri dogmi tattici solo per le attitudini degli interpreti. Se Ancelotti lo ha cambiato a Udine, lo ha fatto perché ha pensato che era la cosa più giusta da fare per la squadra”.

Sul Genk come possibile crocevia per svoltare:

“No, non credo che questa cosa sia possibile. Non credo che in novanta minuti si possa voltare pagina. Si volta pagina con il lavoro, l’applicazione e la volontà. Scatta qualcosa solo quando uno vuole che scatti: non è certo un risultato a poterlo far succedere”.

Sulle possibili vie di uscita dalla crisi:

“Se c’è voglia di uscire, si esce da ogni momento negativo. Non ho mai creduto alle storie di giocatori contro allenatore, perché quello che conta è la maglia che si porta addosso. Io sono convinto che dando ancora fiducia ad Ancelotti il Napoli potrà uscire da questo fuoco in cui è scivolato”.

Sull’ammutinamento:

“Mi ha sorpreso. Ma non ne so molto, non mi è chiaro quello che è esattamente successo. Però vedo le partite e qui diventa tutto molto più chiaro perché il Napoli non va bene, e c’è qualcosa che non va per il verso giusto. Se è colpa dell’ammutinamento non lo so. Vedo i risultati negativi, vedo le prestazioni insicure ma non conosco le cause. Tutti devono fare più sacrifici ma questo Napoli ha tutto per poterne uscire a testa alta, risalendo velocemente la classifica. Con Ancelotti alla guida”.

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