Sconcerti: “Friedkin non sarà un mecenate. Gli americani del calcio non spendono, investono”

Sul CorSera scrive che gli americani del calcio sono gente pratica, che pensa in grande, che può dare molto ma vuole indietro sempre un euro in più

friedkin

Sul Corriere della Sera Mario Sconcerti commenta il passaggio di consegne della Roma da Pallotta a Friedkin.

“James Pallotta è stato il primo a ridefinire la figura dei presidenti di calcio in Italia”.

Scrive così, aggiungendo che il ricco James

“non rappresenta più i ricchi scemi; semplicemente quelli che nel calcio vedono quello che vedono in ogni cosa: un affare. E alla fine l’affare l’ha fatto. Ha probabilmente guadagnato almeno un centinaio di milioni netti in pochi anni e annullato un indebitamento che stava diventando poderoso”.

La sua Roma non è andata male, ma non ha vinto niente, scrive Sconcerti.

“La Roma è stata sempre in corsa e non è mai arrivata. Questo è stato il peccato di Pallotta: vivere nel decennio nero di Milano e non aver saputo approfittarne. Non è quasi mai stato popolare. La gente si aspettava lo sceicco d’America, l’uomo che cambia i destini. Gli americani del calcio non sono così. È gente pratica, che pensa in grande ma investe, non spende”.

Pallotta ha speso molto per la Roma, trovandosi immerso nei debiti

“circa 430 milioni tra banche e aumenti di capitale, senza che la gente capisse i suoi sforzi. La Roma è sempre costata molto più di quanto produceva. Era fatale finisse così”.

Adesso arriva Friedkin, ricco anche lui ma che non ci si aspetti il mecenate, ammonisce Sconcerti.

“Ma non aspettiamoci il mecenate. Non esistono più. Gli sceicchi arabi spendono soldi che non sono loro. Gli oligarchi sono in crisi, Abramovich oggi non può nemmeno mettere piede in Inghilterra. Restano gli imprenditori dei grandi mercati. Possono dare molto ma vogliono sempre indietro un euro in più”.

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