Nei tre giorni di ritiro il tecnico ha preso in pugno anche le cose più semplici che prima delegava al suo staff. Il confronto con la squadra per lui è stato un duro colpo
Il Mattino racconta il cambio marcia e strategia di Carlo Ancelotti. Nei tre giorni di ritiro il tecnico ha innanzitutto introdotto la doppia seduta di allenamento, una vera novità. Ma, soprattutto, si è messo al centro di ogni cosa assumendo il controllo di tutto.
“Senza delegare più nulla. Neppure al figlio Davide, suo braccio destro che difende a spada tratta da ogni allusione che arriva dall’esterno. Ma stavolta Re Carlo ha capito che contro un gruppo che invoca una guida sicura e dura non c’è spazio per altri che non sia lui. Ancelotti junior, in queste ore, si è un po’ messo da parte, limitando i suoi interventi anche nel corso dell’allenamento”.
Esclude che possano essere immessi nello staff altri professionisti. Si spinge per un ritorno del preparatore atletico Francesco Sinatti e per l’inserimento di Francesco Calzona, ma lui dice no.
“Ancelotti non accetta che venga messa in discussione la sua leadership: quello avvenuto lunedì è un duro colpo per il tecnico. Che ne ha preso atto: subito ha imposto quel ritiro che i giocatori rifiutarono, poi ha cambiato il ritmo degli allenamenti (ma si resta al 4-4-2), infine ha messo al riparo Davide e i suoi collaboratori”.