La BBC: “Non prendi Ancelotti per vincere un campionato, ma se vuoi stupire in Europa è il numero uno”

Dibattito tra esperti sul suo futuro in Premier: "Carletto è un vincente, è un gestore di campioni, e gli piace lavorare per presidenti difficili come De Laurentiis"

ancelotti Napoli

“Ancelotti vince. E vince ogni paura dell’avversario”.

Carlo Ancelotti è un allenatore fresco d’esonero. Ma è come se l’inciampo a Napoli non avesse ripercussioni sulla sua carriera, sul nome che porta, sul marchio “Carletto”. In Inghilterra gli fanno già una corte spietata, ci sono Arsenal e Everton in attesa di un suo cenno. E visto che la Premier pare scritta nel suo prossimo futuro, BBC Radio ha organizzato un dibattito tra esperti sul tema: cosa può dare Ancelotti al calcio inglese?

Hanno risposto Guillem Balague, Mina Rzouki and Kristof Terreur, giornalisti di lungo corso che seguono il calcio europeo. E il tenore dei commenti è di questo tipo: “Quando la squadra è forte lui la può portare al livello successivo. E riuscire a fare questo passaggio è la cosa più difficile nel calcio di oggi”.

“Ha allenato Juventus, Milan, Chelsea, PSG, Real Madrid, Bayern Monaco e Napoli. Non pensi mai che queste squadre abbiano preso lui chiedendosi ‘gli diamo una chance?’. Sai perfettamente chi prendi quando prendi Ancelotti”, dice Balague.

Per Rzouki “Ancelotti non è come Conte o altri, perché ti lascia libero di pensare per conto tuo e di vincere pensando per conto tuo. Non è uno che sul campo d’allenamento ti dice ‘questo è quello che ho bisogno che voi facciate’. E’ più il tipo di uomo che nei momenti importanti spera che tu abbia già abbastanza istruzioni da pensare per conto tuo senza dover ricorrere a lui o a qualcun altro. Ha a che fare con la crescita della fiducia in se stessi, col fatto di essere un leader che può prendere il gioco, la competizione, per la collottola”.

“Se sto cercando di vincere un campionato non cerco Ancelotti. Se voglio stupire in Europa, allora è la mia scelta numero uno. Sembra che abbia molto chiare le priorità e preferisca giocare con le grandi squadre, col calcio migliore. E’ l’uomo che vince La Decima col Real Madrid, è l’unico uomo ad aver battuto il Liverpool questa stagione con un Napoli che non aveva il diritto di fare ciò che ha fatto. E’ un uomo che cambia una squadra, ti fa crescere, ti fa sentire capace di battere i migliori. Vince, e vince ogni paura che tu possa mai avere del tuo avversario”.

L’immagine internazionale di Ancelotti viaggia così, eterea. Per niente scalfita dalla cronaca spicciola, anche perché il Napoli in Europa ha fatto finora una gran figura. Insomma, è come se in Inghilterra i risultati in Serie A facciano parte di una dimensione più piccola, un po’ provinciale.

Tutta la questione relativa alle difficoltà di spogliatoio o con la società, a Napoli, è un dettaglio. Che però fa parte del dibattito, su un suo eventuale ritorno in Premier.

“Starebbe bene all’Arsenal? Assolutamente no”, dice Balague. “Emery in teoria avrebbe avrebbe dovuto funzionare ma non è stato così. All’Everton però potrebbe fare un gran lavoro. All’Arsenal dovrebbe cambiare la cultura del club, prendere tutte le fazioni che non comunicano fra loro e ricompattarle. Ed è un lavoro eccessivo. Ancelotti sarebbe l’ideale al PSG, se Tuchel finisse male”.

E Terreur è d’accordo: “Non ci sono molte ‘dive’ all’Arsenal e Ancelotti è una specie di ‘diva whisperer’, di gestore di campioni. E’ davvero bravo a connettersi con le grandi personalità, come Zinedine Zidane. Gli piace anche lavorare con presidenti difficili: Berlusconi, Abramovich, Florentino Perez, Nasser Al-Khelaifi, De Laurentiis… Gli piacciono”.

Rzouki conclude: “Ha questo desiderio di lavorare con professionisti esperti, non è realmente lì per motivarti a giocare a questo gioco. Sente che dovrebbe essere il tuo lavoro, e dovresti già sapere come farlo. Ha bisogno di campioni, piuttosto che di quelli che può costruire e far diventare tali. Non credo che sia la scelta giusta per l’Arsenal”.

Ed evidentemente non lo era nemmeno per il Napoli.

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