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Mourinho, un aziendalista al Tottenham: “Ora chiamatemi Mr Club”

Prima conferenza stampa agli Spurs, solito show: «È vero, ho detto che non avrei mai allenato il Tottenham ma l’ho detto prima che il Chelsea mi licenziasse»

Mourinho, un aziendalista al Tottenham: “Ora chiamatemi Mr Club”

Addio Special One, è cominciata l’era di Mr Club. Uno che va “a dormire col pigiama del club”. José Mourinho in conferenza stampa è sempre uno spettacolo. Gli tocca aggiornare il repertorio, ora che è il nuovo allenatore del Tottenham, ma la verve è sempre quella. Si dice “abbastanza umile”, ma non “più in forma di prima, perché in forma lo sono sempre stato”. Si dice “più forte”, ma soprattutto uno che se non vince non è contento. Si dice, soprattutto, aziendalista.

“Sono il signor Porto e il signor Real Madrid, ma anche il signor Inter e il signor Chelsea e il signor Manchester United. Sono il club in cui mi trovo. Indosso e dormo con il pigiama della mia società. Sono un uomo di club, ma non un uomo di molti club”.

Ora è Mr Tottenham. 

“Il potenziale del club è enorme, il potenziale del club è eccezionale. La visione che il signor Levy ha messo di fronte a me e la qualità dei giocatori, della squadra sono stati i motivi principali per cui ho deciso di venire. Vincere rientra nel concetto di visione. Visione è lo stadio che abbiamo, visione è mantenere i giocatori migliori, visione è forse affidarsi a un manager della mia esperienza. Ma ripeto, non è di me che si tratta, l’importante è il club”.

Ai tempi del Chelsea disse che non avrebbe mai allenato il Tottenham…

“Sì, l’ho detto. Ma era prima che venissi licenziato!”.

Vincere e… vincerà?
“Quando non vinco, non sono contento. Non posso cambiare questa cosa. Se sei felice di perdere le partite di calcio, è difficile essere un vincitore in qualsiasi momento della tua carriera. Ma il controllo emotivo per mantenere l’autostima e la fiducia è molto importante”.
Che Mourinho arriva al Tottenham?
“Non ripeterò gli stessi errori, magari ne farò di nuovi ma non gli stessi. Non posso dire di essere più in forma di prima, in forma lo sono sempre stato. Ma ora sono rilassato, motivato e penso che i miei calciatori se ne siano accorti. Sono pronto e sono qui per supportarli. Sono abbastanza umile da provare ad analizzare la mia carriera, non solo lo scorso anno. Questa pausa mi ha fatto bene, così come la prima estate che ho trascorso senza lavorare. Ero un po’ perso, ma ora mi sento addirittura più esperto”.

Undici mesi senza panchina

“Undici mesi sono stati importanti per me, mi sono aggiornato e ho studiato. Non posso perdere la mia identità e il mio DNA. Ma ho avuto tempo anche per pensare molto, sono ritornato sui miei errori del passato. Ora penso di essere più forte, dal punto di vista emotivo sono pronto e penso che giocatori lo abbiano capito. Hanno capito che nella vita ci sono dei periodi e io sono in un periodo in cui la cosa principale non sono io ma l’insieme”.

Gli chiedono se la finale di Champions League ha avuto un impatto negativo sulla stagione degli Spurs e lui li fulmina:

“Non lo so perché non ho mai perso una finale di Champions League”.

Gli chiedono se con lui il Tottenham potrà vincere la Premier, e lui non ha dubbi:

“Sì, certo. Quest’anno no, ma dall’anno prossimo possiamo vincerla”.

Come saranno i suoi Spurs?

“Molto simili a prima. Certo che proverò ad aggiungere dei dettagli e talvolta i dettagli possono fare la differenza. Progressivamente possiamo arrivare a dare la giusta impronta alla squadra. Lo stile di gioco deve essere adattivo alla cultura del club e anche ai giocatori che ci sono”.

Chiederà qualche regalo a gennaio?
“Il miglior regalo sono i giocatori che sono qui. Non ho bisogno di nuovi giocatori, devo solo conoscerli meglio. Li conosco bene, ma non li conosci mai abbastanza bene finché non li incontri. Ho detto ai giocatori che sono venuto qui a causa loro. Ho provato a comprarne alcuni per club diversi e alcuni non ci ho nemmeno provato perché era troppo difficile”.
L’obiettivo è vincere
“Quando non vinco non sono contento. Non posso cambiare questa cosa. Se sei felice di perdere le partite di calcio, è difficile essere un vincitore in qualsiasi momento della tua carriera. Ma il controllo emotivo per mantenere l’autostima e la fiducia è molto importante”.

Da dove riparte il Tottenham?

“I risultati servono subito perché ora abbiamo una partita ogni quattro giorni. Sono venuto per lo scenario che Levy mi ha mostrato. So che ho grandi opportunità nelle mie mani ma non posso cambiare le cose in un attimo. Sono subentrato solo una volta al Porto, questa è la seconda e mai mi è capitato di avere una partita dopo soli due giorni. Devo puntare sulla stabilità, su quello che i miei giocatori sono. Non posso stravolgere tutto, devo dare serenità ai ragazzi”.

Mou è contento 10

“Sono convinto che la mia scelta sia stata fantastica. Su una scala da 1 a 10 sono contento 10, sono in un club con una grande struttura. Il lavoro? Ogni volta che un club cambia in corsa è perché le cose non vanno bene. A volte a decidere sono i risultati”.

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