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Liverpool-Napoli: Il gambone di Koulibaly che neutralizza l’uscita a vuoto di Meret

Il 28% di possesso palla e i 34 tocchi appena di Koulibaly. Di Lorenzo ala e l’esclusione di Callejon. La veronica di Allan. I tacchi di Firmino e il gol di Mertens dopo tre rimbalzi, con l’unico tiro nello specchio della partita

Liverpool-Napoli: Il gambone di Koulibaly che neutralizza l’uscita a vuoto di Meret

Uno. La sorpresa nella formazione. Callejon fuori. Il giocatore meno escluso dai titolari degli ultimi anni viene lasciato in panchina non per turnover e non per infortunio. È più di una scelta tecnica. È una scelta di compatibilità umorale considerando il José visto sabato contro il Milan. Di Lorenzo fa l’ala. Tocca 40 palloni. 

Due. Il gagliardetto del Liverpool scambiato prima della partita. È il sesto che il Napoli porta in sede nell’ultimo anno e mezzo. Fino a non molto tempo fa un numero così alto di partite in 18 mesi le abbiamo giocate con il Teramo. 

Tre. I tacchi di Firmino. Per due volte nel giro di dieci minuti fra il 18’ e il 28’ smarca un compagno in area colpendo la palla con il tacco. Concentrati sugli africani Mané e Salah, chissà perché nessuno considera da Pallone d’oro anche questo brasiliano. 

Quattro. Il gol di Mertens. Tecnicamente è una scelta sbagliata. C’è Lozano a centro area libero, ma così libero che la parola libero non rende l’idea. Invece Dries lascia rimbalzare il pallone una, due, tre volte e incrocia sul palo di Alisson più lontano, in modo imprendibile. Esultanza amara. Resterà l’unico tiro nello specchio di tutta la partita ma vince 5 tackles. Nella battaglia non si sottrae. 

Cinque. Il tuffo di Mané. È stata una delle polemiche più accese delle ultime settimane in Inghilterra. Nella settimana che precedeva la partita contro il Liverpool, Pep Guardiola del Manchester City ha accusato senza troppi giri di parole il senegalese di buttarsi in area. Qui aspetta che arrivi Di Lorenzo alle sue spalle per prendersi un tamponamento. L’arbitro non abbocca.

Sei. Lo slalom di Milner. Danza in area fra un paio di avversari e scarica un tiro che Meret respinge attento con i pugni. Una partita attenta quella del portiere con tre parate, molti rinvii lunghi sbagliati ma anche molti palloni toccati, 38, gli stessi di Mertens, più di Zielinski e più di Lozano.

Sette. Il salvataggio sulla linea al 55’ di Koulibaly su Firmino. Un’azione disperata e provvidenziale, come un paio di muri in precedenza in scivolata. Un gambone che neutralizza così l’uscita a vuoto di Meret, unica distrazione nella partita autorevole del portierino. Koulibaly chiuderà la sua partita con il numero di palloni toccati probabilmente più basso da quando è a Napoli. Soltanto 34 in novanta minuti. 

Otto. Lo spintone di Robertson a Di Lorenzo. Uno spintone che lo manda sui tabelloni pubblicitari. Non è la prima scorrettezza di Robertson ma soprattutto non è un gesto per lui inconsueto. Anche in Premier gli è capitato. 

Nove. La moviola di Fabián Ruiz. Negli ultimi minuti, ogni volta che prende palla cerca di congelarla e di rallentare il gioco, placando il ritmo del Liverpool. È il punto di riferimento del gioco in una serata con appena il 28% di possesso palla. Tocca 68 palloni, più di tutti nel Napoli ma nel Liverpool ci sono sette giocatori che sono coinvolti nelle azioni più di lui.

Dieci. La Veronica di Allan. Una delle sue giocate più classiche che finalmente si rivede. Per la seconda partita consecutiva, in un momento complicato, mostra frammenti da vecchio guerriero. Pre-PSG per capirci. Gioca 49 palloni e vince 5 tackles. 

 

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