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In Spagna celebrano i cinquanta gol su punizione di Messi

La Vanguardia racconta l’inizio di questa “carriera” parallela della Pulce, quando osservava Ronaldinho a fine allenamento. Maradona è a 62, Juninho a 77

In Spagna celebrano i cinquanta gol su punizione di Messi

Maradona, Pirlo, Beckham, Ronaldinho, Juninho. E Messi. Una punizione divina per gli avversari, ripetuta 50 volte come in un rosario di bellezza. Messi ha un nuovo record da inserire nella leggenda che si sta disegnando addosso: contro il Valladolid martedì scorso ha segnato la 50esima punizione in carriera. Entrando a far parte, anche con i numeri, di un club di specialisti, i maestri di un colpo a sé.

Un record che parte da lontano. Lo racconta il quotidiano spagnolo Vanguardia, riportando alla memoria l’inizio, dove tutto è cominciato: la Masia, stagione 2004-2005. Messi è un ragazzo imberbe. A fine allenamento Ronaldinho si ferma a tirare le punizioni, una dopo l’altra. Leo osserva. A quel tempo è un ottimo dribblatore ma non un bomber e, soprattutto non è uno specialista di calci piazzati. Dovranno trascorrere diverse stagioni ancora, fino al 4 ottobre 2008, perché Messi segni il suo primo calcio di punizione.

Undici anni dopo, il conto aggiornato dice 44 gol con il Barcellona, 6 con la nazionale argentina. Ha segnato più lui che intere squadre: 20 gol nelle ultime 5 stagioni (la Juve ne ha segnate 15, Roma, Psg e Lione 13). E l’arrivo al Barcellona di Suárez e Neymar è persino migliorato. Si fermano assieme a provarle e riprovarle, utilizzando trucchetti sempre nuovi: due portieri, avversari stesi a terra in barriera…

Ne segna sempre di più, con un incremento esponenziale che lo mette in scia a Cristiano Ronaldo. Con delle differenze: Ronaldo è a quota 54, ma ha cominciato prima. Quando Messi segna la sua prima punizione, Cristiano è già a quota 14. E alla fine della stagione 2015-2016, il vantaggio per il portoghese è ancora di 47 a 28. Ma Ronaldo da quando si è trasferito alla Juventus non ha più segnato e ora sembra un target più che raggiungibile.

Uno come Messi, allenato da Ronaldinho e da Maradona. El Pibe da ct dell’allenatore argentino lo prende da parte e consiglia: “Non muovere il piede così in fretta sulla palla, perché così la palla non sa cosa vuoi”. Maradona, a Messi. Cosa ne può venir fuori?

Per cui i numeri spiegano solo in parte questa carriera parallela di un calciatore già nel mito. Koeman è alle spalle, davanti ci sono le 52 punizioni di Pirlo, le 54 di Ronaldo, le 62 di Maradona, le 65 di Beckham, e le 66 del suo mentore Ronaldinho, e infine le 77 del quasi infallibile Juninho Pernambucano. Il resto è un piede che sa perfettamente cosa vuol fare, e il pallone lo ascolta.

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