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Dybala: «Sarri è diverso. Non mi sento un leader»

Intervista al Paìs: «Con Sarri creiamo tanto, c’è sempre un’altra possibilità. Sono un tipo tranquillo e sono anche un calciatore tranquillo. Ma in campo voglio la palla»

Dybala: «Sarri è diverso. Non mi sento un leader»
Dybala (Ciambelli)

El Paìs intervista Paulo Dybala. 

Chiellini la definisce un senatore dello spogliatoio. Come intende la leadership?
È cambiato il modo di esercitare la leadership. Mi sento un giocatore importante, rispettato da tifosi e compagni, ma non mi sento un leader né cerco di esserlo. Il leader deve trasmettere sensazioni positive al gruppo. Non c’è bisogno di urlare o di insultare per essere rispettato. Devi sapere quando e come parlare a un compagno. O, semplicemente, a volte non devi dire niente. Evra, per esempio, era un fenomeno in questo. O Buffon che è un signore e si impone con la sola sua presenza. L’aspetto più importante è essere sé stessi, non c’è nulla da imporre. Questo sarebbe vendere fumo.

Sarri non sembra un tecnico italiano.
Ha un modo di intendere il gioco che è completamente diverso. Per me e forse anche per il resto della squadra, è più divertente. Abbiamo più il pallone e creiamo di più. Ti permette di rischiare e fare qualcosa di diverso. Sai sempre che avrai un’altra possibilità. Ci sono partite in cui creiamo venti occasioni, immaginate cosa sia per un attaccante.

Che calciatore è?
È difficile separare la persona dal calciatore. Sono un tipo tranquillo e sono anche un calciatore tranquillo. Ma in campo voglio la palla. Ho avuto allenatori che mi chiedevano di non muovermi, di aspettare. Non posso. Senza la palla, mi perdo, devo toccarla, devo stare nel cuore dell’azione. È una necessità per me. Il gol è il gol, ovviamente, ma poche cose mi danno più soddisfazione di un assist.

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