Sul Giornale scrive che la giustizia sportiva usa la piuma invece del martello a meno che i reati colpiscano gli arbitri, allora la legge non è più uguale per tutti
Su Il Giornale, Tony Damascelli scrive del razzismo negli stadi. Manifesta dubbi che si tratti solo di “una ventina di stupidi”, come è stato dichiarato per l’ultimo caso, dei tifosi del Verona contro Balotelli. E comunque una soluzione ci sarebbe, scrive.
Un aiuto potrebbe essere dato dalle telecamere che durante la partita inquadrano donne, bambini e tifosi di ogni tipo. Potrebbero inquadrare “quella sporca doppia dozzina di cui sopra” mentre vomita insulti razzisti,
“sotto le insegne della codardia e dell’ignoranza eppoi del razzismo che è il riassunto dei due precedenti sostantivi”.
Sarebbe l’applicazione del Var, della moviola, per la bonifica degli spalti.
Con le immagini e il biglietto nominale, sarebbe facile svergognare i razzisti, si potrebbe ritirare loro l’abbonamento, cancellarlo, vietargli di accedere agli stadi per almeno cinque anni, multarli, denunciarli.
Il reato di ingiuria non esiste più, dopo l’abrogazione da parte del governo Renzi, ma Koulibaly e Balotelli, tanto per citare due dei protagonisti, potrebbero querelare i responsabili dei cori
“ma non credo che arriveremo a questo, perché, spesso, i calciatori sono ricattati dai curvaioli”.
Damaascelli si sofferma sui due pesi e le due misure utilizzati dalla giustizia sportiva, che
“usa la piuma invece del martello a meno che certi «reati» colpiscano gli arbitri, allora la legge non è più uguale per tutti e i verdetti sono severissimi”.
E allora forse, scrive,
“ci vorrebbero arbitri di colore, le partite sarebbero immediatamente sospese con l’assegnazione della sconfitta per entrambe le squadre. Nell’attesa della svolta, usiamo la prova tivvù, applicata in diretta, invece di chiudere le curve si chiudano le gabbie con le venti scimmie urlanti”.
Damascelli analizza anche le reazioni agli episodi razzisti da parte delle autorità del calcio. Michele Uva, ad esempio, vicepresidente Uefa, ha detto:
“La responsabilità è anche dei nostri politici”.
Una “dichiarazione epocale”, la definisce ironicamente Damascelli.
“Tremano le Camere al monito di Nyon. Il razzismo è presente in tutta Europa e, in particolare, nel calcio inglese. Non risulta che Uva e l’Uefa si siano lamentati con Boris Johnson e con sua Maestà la Regina Elisabetta”