ilNapolista

CorSport: Ancelotti sa decidere, ma a Napoli gli manca il collante di società e tifosi

Il tecnico ci ha abituati a scatti improvvisi e geniali, come quando, nella stagione 2006-07, sulla panchina del Milan, andò a prendersi la Champions dopo una stagione difficilissima

CorSport: Ancelotti sa decidere, ma a Napoli gli manca il collante di società e tifosi

Sul Corriere dello Sport, Franco Ordine scrive che, nonostante Carlo Ancelotti sia da sempre considerato un leader calmo, guai a considerarlo vinto e battuto. Ci ha abituati ad avere scatti straordinari.

Come nella stagione 2006-07, quando era sulla panchina del Milan. All’indomani di Calciopoli, il club rossonero chiuse il campionato con una penalizzazione di 8 punti in classifica e la retrocessione ai preliminari di Champions.

Galliani fece tornare dalle vacanze Pirlo, Inzaghi, Nesta, Gattuso e Gilardino, appena diventati campioni del mondo, per farli preparare con molta fretta per il doppio impegno. Dal mercato estivo il Milan era uscito indebolito, con partenze importanti e nuovi arrivi poco incisivi.

Il Milan arrancava in campionato, era staccato dalla vetta, mentre in Champions riuscì a qualificarsi al primo posto nel girone.

Non furono giorni spensierati per Ancelotti, ricorda Ordine. Si ipotizzò che sarebbe stato esonerato e addirittura si parlò di Marcello Lippi come suo sostituto.

Poi, poco prima della sofferta sfida con l’Aek di Atene, Ancelotti all’improvviso stupì tutti. Disse:

“Noi passeremo il turno e torneremo a maggio qui ad Atene”

A tutti sembrò solo un tentativo di infondere fiducia nel suo gruppo, invece fu “una sorta di geniale premonizione”

Quel Milan, sconfitto nel girone ad Atene per 0-1, capovolse il suo destino e inseguì, con una cavalcata prodigiosa, la finale di maggio 2007 con il Liverpool. Nonostante dal mercato di gennaio non fossero arrivati chissà quali aiuti.

La marcia fu spettacolare, scrive Ordine. Con Kakà protagonista assoluto e Ancelotti che andò contro i consigli di Galliani preferendo Inzaghi a Gilardino come attaccante. Ebbero ragione lui e il suo istinto e riuscì a vincere la coppa dalle grandi orecchie.

Forse non accadrà a Napoli, conclude. Non ci sono campioni come quelli che aveva a disposizione allora il Milan. E, soprattutto,

“non c’è quella parete di cemento armato costituita da società e tifosi”.

ilnapolista © riproduzione riservata