Universiadi: Racket sui lavori al Palavesuvio, due arresti
Gli estorsori appartengono ai clan Aprea, De Luca Bossa e Minichini. L'azienda li ha denunciati. Riconosciuti dalle immagini delle telecamere

Sulla ristrutturazione del Palavesuvio per le Universiadi spunta l’ombra del racket. Ieri sono stati arrestati due estorsori che minacciavano di bloccare i lavori per non farli concludere in tempo per la manifestazione. A meno che l’azienda non pagasse il pizzo.
I due appartengono ai clan Aprea, De Luca Bossa e Minichini, dei quartieri di Barra, San Giovanni a Teduccio e Ponticelli.
E’ inizio maggio, i lavori sono nel pieno. Gli estorsori, Antonio Assante e Salvatore Belpasso, avvicinano gli operai di una delle ditte al lavoro per chiedere loro del denaro. Poi, con fare minaccioso promettono di tornare. Sono a viso scoperto, le telecamere li riprendono. L’azienda decide di denunciare immediatamente.
Ma la voce si è già diffusa e gli investigatori del commissariato Ponticelli vengono a saperlo prima ancora della denuncia ufficiale, che arriva puntuale.
Intanto, però, gli estorsori non tornano al cantiere. Hanno capito di essere stati denunciati, di essere osservati dalle forze dell’ordine. Desistono dall’impresa.
I lavori vanno avanti e si concludono.
Belpasso è accusato anche di racket ai danni di una delle imprese impegnate nei lavori della Circumvesuviana di Ponticelli.
Il commissario straordinario Basile plaude all’operazione:
“Complimenti alla polizia di Stato, coordinata dall’Antimafia per la brillante operazione portata a termine per la tentata estorsione ai danni dell’impresa appaltatrice dei lavori del Palavesuvio, ristrutturato in occasione delle Universiadi, impresa a cui va il ringraziamento del comitato organizzatore per aver prontamente denunciato tali tentativi. La collaborazione e l’intervento di tutte le forze dell’ordine prima e durante la manifestazione, sono stati determinanti per la riuscita dell’evento, garantendo a tutti di lavorare in un clima di serenità”.