Sconcerti: il calcio jazz di Mancini può farci dimenticare un’epoca storta lunga 10 anni
Sul Corriere della Sera. La bravura del ct è stata di convincere gli azzurri di essere grandi senza chiedersi se è vero. Attaccare sempre, giocare rapidamente, tirare spesso. Crederci

La partita di stasera contro la Grecia non è importante dal punto di vista tecnico, scrive Mario Sconcerti sul Corriere della Sera, ma perché chiude “un’epoca storta”. E’ finalmente possibile
“dimenticare i peggiori dieci anni nella storia del calcio”.
L’Italia viene dall’esclusione di Mondiali di Russia, da due ultimi posti in Sudafrica e Brasile. Nessuna squadra italiana è riuscita più a vincere una competizione internazionale. La generazione di fuoriclasse formata da Pirlo, Totti, Del Piero, Buffon, Cannavaro e De Rossi si è esaurita e non siamo riusciti a crearne un’altra.
Stasera avremo la prima prova che è qualcosa è cambiata:
“Molti giovani sono cresciuti, altri promettono di farlo. I meno giovani si sono in gran parte compiuti”.
La mentalità di Mancini è diversa ed è quella la novità. Il ct ha fatto credere ai suoi azzurri di essere grandi.
“Giocare al meglio di quel che si sa, credere di essere grandi senza chiedersi se è vero. Attaccare sempre, giocare rapidamente, tirare spesso. Crederci”.
Mancini ha scelto giocatori tecnici, mai più di quattro quelli addetti alle marcature. Gli altri, invece, “hanno il compito di improvvisare dentro uno spartito esatto”.
Questa è la bravura dell’allenatore
“È insomma puro calcio jazz, quindi sconosciuto e quasi soltanto per armonie forti. La bravura di Mancini è aver fatto credere a tutti i giocatori che possono suonarlo. Come andrà, chi siamo veramente, non lo sapremo ancora per molti mesi. Ma è giusto cominciare a crederci tutti”.