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“Salvoldi entrava anche se ero svestita. Ha fatto di tutto per farmi lasciare il ciclismo”

Sul Corriere della Sera il #MeToo nel ciclismo con l’intervista alla ciclista Maila Andreotti. Il Coni pronto a intervenire

“Salvoldi entrava anche se ero svestita. Ha fatto di tutto per farmi lasciare il ciclismo”

Il #MeToo del ciclismo è venuto alla ribalta ad agosto, quando una decina di atlete hanno denunciato molestie e atti di bullismo da parte di team manager belgi e olandesi. Poi, si è aperto anche un fronte italiano, quando l’olimpionico ex coordinatore azzurro, Silvio Martinello ha raccontato a Il Giornale di aver segnalato alla Federciclismo episodi di abusi accaduti in Italia senza mai ricevere risposte.

Sia Martinello che l’ex tecnico Chiappa hanno citato il ct azzurro Dino Salvoldi.

Oggi il Corriere della Sera scrive che la prima atleta a rompere il muro del silenzio sugli abusi è Maila Andreotti, ascoltata dalla Procura Federale perché il suo nome era comparso negli articoli del quotidiano.

La preoccupazione del Coni

Una testimonianza resa “in un’atmosfera tesissima”, racconta il Corriere, che aggiunge che la Procura generale del Coni, preoccupatissima per la vicenda,

“è pronta ad avocare a sé l’inchiesta in caso di archiviazione frettolosa o se non venissero sentiti tutti i testimoni necessari”.

L’intervista alla ciclista

Il Corriere pubblica l’intervista alla Andreotti, che racconta che ai precampionati europei junuores e ander 23 in Portogallo, nel maggio 2012, aveva avuto la sensazione che il ct Salvoldi

“trattasse le ragazze in modo diverso. Con me era professionale, con qualcuna molto più aperto”.

All’epoca Maila aveva 16 anni.

“Il marcio l’ho visto la prima volta che ho incontrato un certo massaggiatore. Mi faceva domande strane, faceva battute un po’ spinte, entrava nella mia camera senza bussare e mi diceva “spogliati” prima dei massaggi”.

Non un comportamento consono, dice, sicuramente avrebbe dovuto avere più tatto, visto che si relazionava con una ragazzina.

“Un massaggiatore normalmente entra, ti mette un asciugamano addosso e ti massaggia. Lui stava a guardarmi mentre mi spogliavo. Mi sono sentita a disagio”.

Poi un giorno le ha massaggiato solo il sedere

“Mi sono lamentata con il mio allenatore dicendo che volevo l’altro massaggiatore”.

Le molestie psicologiche di Salvoldi

Una volta finita la trasferta in Portogallo, Maila è stata messa ai margini. Racconta:

“mi è stato fatto sapere che avrei dovuto farmi andare bene anche le cose che non andavano. Sono stata lasciata a casa dalla nazionale per due anni».

Anche Salvoldi ha avuto atteggiamenti sconvenienti nei suoi confronti

“Diceva: “Lascia la porta della camera aperta”. E lui entrava in qualsiasi momento, che tu fossi vestita o no”.

Più volte le atlete si sono lamentate tra loro ma nessuna ha mai confessato quanto accadeva all’esterno.

“Io fisicamente da Salvoldi non sono mai stata molestata. Le ragazze che hanno avuto rapporti con lui erano tutte consenzienti. Io sollevo la questione psicologica, non fisica. Certe cose non vanno bene a priori”.

“Salvoldi ha fatto di tutto per farmi lasciare il ciclismo”

La Andreotti dichiara che era alla luce del giorno che Salvoldi avesse relazioni con alcune atlete

“Chiunque può innamorarsi, non è questo il problema. Lo diventa quando cominci a favorire chi è legata a te. Nel caso di una di loro, che non mi riguardava perché facevamo specialità diverse, ricordo ragazze che piangevano perché venivano lasciate da parte per una che non era la più forte. Tante hanno smesso per questo”.

Salvoldi, dice, le rivolgeva offese come “sei una cicciona, devi dimagrire”, oppure “non vali niente”, tutte cose che non possono essere ammesse.

“Ha fatto di tutto per portarmi alla decisione di lasciare il ciclismo. L’avevo presa prima che scoppiasse questo putiferio”.

Sulla presenza di una email per denunciare in modo anonimo le molestie, come dichiarato dal presidente della Fci Renato Di Rocco dice:

“Ne ho sentito parlare solo in questi giorni. Nessuno ci ha mai invitato a denunciare”.

La Federazione che rema contro

Non ha comunque mai detto queste cose in Federazione:

“Non ho avuto modo di farlo. Tutto si è svolto molto sbrigativamente e in un clima che non ho percepito a me favorevole. Avrei voluto parlare di bullismo e di violenza psicologica”.

Racconta di non essersi diplomata a causa del ciclismo e che adesso sta completando il liceo. Le resta il sogno delle olimpiadi di Tokyo 2020, ma

“Con una federazione che mi rema contro, che ha usato le qualificazioni internazionali che ho ottenuto con la mia società per iscrivere altre atlete non ci penso proprio”.

 

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