ilNapolista

La Serie A compie 90 anni. Su Repubblica il ricordo dello storico 6 ottobre 1929

Niente televisioni. L’Inter, che giocava all’Arena Civica, vinse lo scudetto. Il Napoli perse con la Juventus in trasferta

La Serie A compie 90 anni. Su Repubblica il ricordo dello storico 6 ottobre 1929

Su Repubblica, Matteo Marani ripercorre la nascita della Serie A, il 6 ottobre del 1929, 90 anni fa.

Fu un inizio in sordina, senza paginoni sulla Gazzetta dello Sport. Solo il Guerin Sportivo dedicò all’evento l’intera copertina, con testi e disegni di Carlin Bergoglio.

Alle 15, quel giorno, furono giocate in contemporanea 9 partite. Iniziava così il campionato a girone unico, la Serie A.

Il percorso per arrivarci

Non era stato semplice arrivarci, scrive Marani.

La riforma era stata progettata da Vittorio Pozzo nel 1921 ma la proposta era stata bocciata dal consiglio federale perché alcuni presidenti erano contrari. Prevedeva due gironi da 12 squadre.

La svolta arrivò nel 1926, quando a capo del Coni fu nominato il gerarca Lando Ferretti.

“In estate era stata scritta la Carta di Viareggio, con la separazione tra dilettanti e “non dilettanti”, in autunno era stato messo alla presidenza federale Leandro Arpinati, l’uomo destinato a cambiare l’ingegneria del pallone”.

Fu Arpinati, amico di infanzia di Mussolini e futuro sottosegretario alla presidenza del Consiglio, a delineare il primo campionato nazionale.

Era diviso in due gironi come in precedenza, ma non esisteva più la separazione geografica fra Nord e Sud.

L’estate 1929

Nell’estate 1929 furono selezionate le prime 8 classificate dei gironi. Le altre furono destinate alla Serie B.

Lazio e Napoli erano finite appaiate, all’ottavo posto. Il presidente del Napoli, Giorgio Ascarelli, si rivolse ad Arpinati per scongiurare lo spareggio e fu accontentato. La Serie A fu allargata a 18 squadre, con l’ultimo posto riservato alla Triestina in chiave nazionalista.

“La stessa motivazione patriottica che comporterà, nel 1947-48, l’allargamento della Serie A a 21 squadre per ripescare gli alabardati”.

Il 6 ottobre 1929

Così, il 6 ottobre, partì la Serie A. Senza televisioni, che non esistevano. Soltanto la stazione genovese dell’Eiar diede un resoconto della giornata, alle otto di sera.

“Nonostante la pioggia caduta su tutto lo Stivale, decine di migliaia di persone avevano occupato nel pomeriggio gli spalti della nuova Serie A. Il calcio aveva ormai conquistato la nazione”.

La Lazio giocava allo stadio della Rondinella, con molte persone presenti ad assistere sugli spalti. I biancocelesti batterono 3-0 il Bologna campione di Italia. La Roma era impegnata in trasferta ad Alessandria. Lo scudetto lo vinse l’Inter, che si chiamava da un anno Ambrosiana ed era allenata dall’ebreo ungherese Arpad Weisz. A quei tempi giocava all’Arena Civica, non a San Siro, che era la casa esclusiva del Milan.

La stella dell’Inter era Giuseppe Meazza, che chiuse il campionato, a 19 anni, con 31 gol e la carica di capocannoniere.

In quella prima giornata di Serie A debuttò anche Raimundo Orsi, detto Mumo, ingaggiato dalla Juve l’anno precedente.

“L’Independiente si era rivolta alla Fifa per denunciare il saccheggio. Era scattata così la quarantena e il virtuoso Orsi – gran ballerino, violinista eccelso e assoluto protagonista mondano – aveva dovuto attendere il 6 ottobre 1929 per scendere in campo, nel giorno in cui i bianconeri batterono in casa il Napoli 3-2”.

 

ilnapolista © riproduzione riservata