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Il procuratore della Fise: “Il tempo dell’omertà nell’equitazione è finito”

La Stampa intervista Anselmo Carlevaro: “Stiamo facendo un grande lavoro. E le radiazioni di questi ultimi anni lo dimostrano. Fondamentale il ruolo delle famiglie”

Il procuratore della Fise: “Il tempo dell’omertà nell’equitazione è finito”

La Stampa intervista l’avvocato Anselmo Carlevaro, dal 2012 procuratore federale della federazione italiana sport equestri. Il tema è quello dello scandalo del maneggio di Caserta, costato i domiciliari al titolare accusato di abusi sessuali su minorenni.

Carlevaro sottolinea che è fondamentale il ruolo delle famiglie, anche nel controllare quanto succede ai ragazzi:

“È fondamentale capire il contesto nel quale si muove un ragazzo. Se manca l’attenzione è più facile che i giovani possano imbattersi in situazioni di pericolo fuori casa. Mio figlio gioca a calcio, in alcuni momenti mi tormenta il pensiero di affidarlo agli allenatori anche se là fuori il mondo non è fatto solo di persone che abusano. La maggior parte dei coach svolge al meglio la funzione educativa che gli è stata affidata”.

Il tempo dell’omertà, dichiara, è finito. In passato lo sport è stato sordo alle denunce

“C’è stata poca attenzione, abbiamo saputo di coperture, di omertà e di silenzi ma quel tempo è scaduto. Stiamo facendo un grande lavoro. E le radiazioni di questi ultimi anni lo dimostrano”.

Sulla proposta di far passare la prescrizione da quattro a dieci anni, portata avanti dal “Cavallo Rosa”:

“Penso che sia un punto importante. Ci sono numerosi casi in cui abbiamo dovuto rinunciare ad indagare per l’avvenuta decorrenza della prescrizione e lavoriamo ogni giorno anche per tutte quelle vittime abusate senza un colpevole accertato. Apprezziamo che l’Associazione incoraggi le denunce e che, con le sue segnalazioni, ci abbia consentito di avviare e portare avanti molte indagini”.

Occorre ricordare, dichiara, che le vittime sono i giovani:

“Le adolescenti di oggi loro malgrado sono splendide donnine che crescono in fretta ma questo non deve significare nulla, ogni fase della loro crescita va tutelata e accompagnata. Un istruttore non deve oltraggiare lo scopo della sua professione e la vita dei ragazzi”.

Il fenomeno delle “mele marce” può essere arginato, dice

“Con un’attività divulgativa continua e con una formazione attenta sia dal punto di vista tecnico che etico degli istruttori federali. È necessario coinvolgere le famiglie”.

La Federazione ha scelto di affrontare il problema, convocando la Consulta per lunedì:

“Si discuterà e si adotteranno ulteriori misure preventive. Non sono convinto del fatto che le situazioni siano molto diverse negli altri sport. Spero che le nostre indagini e i provvedimenti degli Organi di Giustizia servano a punire i colpevoli e a rimettere al centro lo sport e l’equitazione”.

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