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Il Monza è primo, ma Berlusconi ha dovuto cedere su tatuaggi e barba

Il Monza è la passione ritrovata di Galliani che, racconta Repubblica, ha sostituito la cravatta gialla dei tempi del Milan con una azzurro pallido che “porta bene”

Il Monza è primo, ma Berlusconi ha dovuto cedere su tatuaggi e barba

È passato un anno da quando Silvio Berlusconi ha preso il Monza, fallito e risorto nel 2016 con l’umiliante qualifica di “società dilettantistica”

Silvio ha fatto sparire il «dilettantistica» dal nome e ha indicato il suo programma: «I miei giocatori saranno italiani, sbarbati, non tatuati e corretti. In campo non voglio vedere simulazioni, che sono una pena».

Ricorda oggi Repubblica che tira le somme su quest’anno trascorso. Il Monza è primo, solitario in cima alla classifica di serie C

Dei tatuati, non ha potuto fare a meno. Lo sono quasi tutti i calciatori.

Uno tra tutti il tecnico Brocchi che ha un tatuaggio per ricordare la vittoria della Champions con il Milan di Berlusconi nel 2003

La barba, nella formazione titolare, l’hanno in tre

Il Capitano Andrea D’Errico, Mino Chiricò e Filippo Scaglia.

La pregiudiziale del passaporto italiano regge.

Il Monza è la passione ritrovata di Galliani che, racconta Repubblica, ha sostituito la cravatta gialla dei tempi del Milan con una azzurro pallido che “porta bene”

Per Silvio, che invecchiando apprezza sempre più le cose vicine, il Monza è comodo perché gioca a 8 chilometri da Arcore. «Potrei andarci in bicicletta», ripete. Ed è prezioso, perché gli consente i dieci minuti di microfono aperto domenicale in cui, di fronte ai cronisti, parla di politica e di quello che gli passa per la testa, come un tempo a San Siro.

La scommessa adesso è portare i brianzoli allo stadio, più orientati a tifare Juve che per le milanesi, anche se la scena dello stadio vuoto non ha di certo scoraggiato gli sponsor “che fanno a gara per potere dire un giorno «io c’ero»”

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