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Il Mattino: nei contratti del Napoli la presa di distanza dal tifo organizzato

Il codice etico e un comma: “il Calcio Napoli si astiene dal contribuire in qualsivoglia modo alla costituzione o mantenimento di gruppi organizzati e non di tifosi”

Il Mattino: nei contratti del Napoli la presa di distanza dal tifo organizzato

Dopo le dichiarazioni rese ai pm la scorsa settimana del pm Di Tommaso – alias Genny la carogna – e quelle del numero uno antimafia Cafiero de Raho (che ha elogiato la stretta anticamorra del presidente del Napoli De Laurentiis), torna di attualità la contiguità tra i giocatori del Napoli e l’ambiente malavitoso. Rapporto più volte sviscerato, di cui si parlò anche in commissione antimafia. E già in quell’occasione emersero le clausole anticlan che il Napoli introduceva nei contratti che faceva firmare ai calciatori.

Oggi Il Mattino ne parla nuovamente e ricorda il codice etico adottato dal club azzurro nel 2014. Sia per quel che riguarda la correttezza sportiva e quindi il rifiuto di ogni, come recita l’articolo 8 dei contratti,

Tutti coloro che operano per il Calcio Napoli (calciatori, dirigenti, tesserati, dipendenti, amministratori) devono astenersi dal compiere atti finalizzati ad alterare lo svolgimento o il risultato delle competizioni sportive.

Per quel che riguarda i rapporti con la tifoseria, Il Mattino riporta il comma 3 dell’articolo 8:

«Il Calcio Napoli si astiene dal contribuire in qualsivoglia modo alla costituzione o mantenimento di gruppi organizzati e non di tifosi». E, aggiunge Il Mattino, “escluse rarissime eccezioni, i tesserati del Napoli non partecipano ad eventi organizzati dalla tifoseria ma si recano ufficialmente soltanto a quelli degli sponsor”.

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