ilNapolista

Gravina: “Contro il razzismo un radar sonoro usato dall’antiterrorismo”

Il presidente della Figc intervistato da Repubblica: “Può scovare in diretta gli autori dei cori o ricostruire la traiettoria di un petardo. Contiamo di testarlo in Italia-Armenia”

Gravina: “Contro il razzismo un radar sonoro usato dall’antiterrorismo”

Repubblica ospita una lunga intervista al presidente della Federcalcio Gabriele Gravina. Quando fu eletto, un anno fa, la Nazionale veniva dall’esclusione al Mondiale e il sistema calcio era dilaniato da lotte intestine. Il bilancio di Gravina è positivo.

«Abbiamo realizzato buona parte del mio programma. Abbiamo ricreato entusiasmo, adeguato lo statuto, riformato la giustizia sportiva, modificato la responsabilità oggettiva, rilanciato il calcio femminile, che ora ha uno sponsor in campionato, e risollevato il brand: i nostri ricavi superano del 30% il minimo che ci garantiva l’advisor, di cui ora facciamo a meno. Un anno fa non eravamo nelle condizioni di presentare il budget al Coni. Oggi guardiamo al futuro lavorando sui giovani con la consapevolezza che il patrimonio del calcio italiano è unico».

Gravina si sofferma sull’emergenza razzismo. L’Italia ha norme molto severe rispetto al resto dell’Europa, il problema, però, è che i cori spesso allo stadio non vengono percepiti. Gravina ha un’idea di come risolvere la situazione.

«Esiste un radar passivo, in dotazione all’antiterrorismo, che capta con microfoni direzionali la provenienza di un rumore. Può scovare in diretta chi sta facendo un coro razzista. O anche ricostruire la traiettoria di un petardo. Bastano due pannelli per settore, il costo non è proibitivo, lo produce un’azienda italiana. C’è solo un ostacolo legato alla privacy, perché può ascoltare conversazioni private allo stadio, ma è uno strumento micidiale. Vogliamo coordinarci con il Viminale, contiamo di testarlo in Italia-Armenia a Palermo».

Il presidente della Federcalcio parla anche di quanto fatto e di quanto intende ancora fare la Figc. Ricorda che per frenare le plusvalenze, la Federazione tiene sotto controllo gli scambi di giocatori senza finanza che possono destare sospetti e che è stata abolita la recompra.

Per i vivai,

«Abbiamo introdotto il contributo di solidarietà del 3%. Se un club vende un calciatore nazionale a 100 milioni, dovrà versarne 3 alle società che lo hanno formato. Se è uno straniero, la quota andrà a un fondo federale per lo sviluppo del calcio giovanile».

C’è anche un progetto per il calcio nelle scuole, organizzato con il Miur:

«ogni istituto diventerà una squadra di calcio, con presidente, direttore sportivo, segretario, figure ricoperte dai ragazzi. Doneremo una copia della Costituzione, il regolamento del calcio e il nostro codice etico. Sarà un grande torneo nazionale, in palio un campo realizzato dalla Figc».

Gravina parla anche della sua vecchia idea di riformare i campionati:

«Serie A a 20 squadre, Serie B divisa in B1 e B2, da 18. Al di sotto, una Serie C per semiprofessionisti. La riforma va abbinata alla flessibilità dei contratti: se un club retrocede, gli ingaggi dei giocatori vengono ridimensionati. Ridiscuterei il paracadute: altera l’equilibrio in Serie B».

Dichiara che occorre intervenire sulla legge che regola il professionismo nello sport e che sul punto intende lavorare con il ministro Spadafora, con cui ha un ottima sintonia.

«È impensabile applicare le stesse regole alla Juventus di Ronaldo e al Gozzano o al Renate, piccoli club di Serie C. Il semiprofessionismo, garantendo sgravi fiscali, può dare ossigeno a tante realtà. Il calcio non è solo la Serie A: sapete che ci sono tanti grandi ex calciatori che vivono oggi in condizioni disagiate?».

Per loro c’è in progetto la realizzazione di un centro di accoglienza, forse al Lido di Venezia.

«Non chiamatela casa di riposo, però. Stiamo raccogliendo risorse con cene di beneficenza e gare delle Legends azzurre, l’incasso lo destiniamo a una Onlus gestita da Paolo Maldini».

 

 

ilnapolista © riproduzione riservata