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Crosetti: De Ligt, da grande promessa a produttore seriale di calci di rigore per falli di mano

Vittima del nuovo regolamento, dell’infortunio di Chiellini e dell’enormità delle aspettative e del destino, qualcuno vorrebbe usare la fascia da capitano che portava nell’Ajax per legargli il braccio

Crosetti: De Ligt, da grande promessa a produttore seriale di calci di rigore per falli di mano

Su Repubblica, Maurizio Crosetti scrive di Matthijs De Ligt.

“Quella fascia che portava al braccio da capitano ragazzino dell’Ajax, adesso qualcuno vorrebbe usarla per legarglielo, il braccio”.

Era la più grande promessa europea come difensore, è diventato

“produttore seriale di calci di rigore per fallo di mano”.

De Ligt è vittima del nuovo regolamento, dell’infortunio di Chiellini, dell’enormità delle aspettative e del destino, ma certo sta diventando un problema.

In Campionato la Juve ha già incassato 8 gol in 9 partite. Se si conta anche la Champions i gol subiti diventano 11 su 12. Non sono chiaramente tutti colpa di De Ligt, ma il costo elevatissimo del difensore (85.5 milioni) e il suo stipendio di 8 milioni annui (12 con eventuali bonus) da qui al 2024,

“moltiplicano anche le sbavature, figurarsi gli oggettivi imbarazzi di questo difensore un po’ troppo scivoloso”.

C’è una questione tecnica, innanzitutto, scrive Crosetti. Perché De Ligt è più un Bonucci che un Chiellini, e invece è stato messo in campo per sostituire il difensore bianconero infortunato.

È destro, e alla sinistra di Bonucci “è come se si muovesse contromano”, mantenendo però l’inclinazione a proporre l’azione in attacco.

E’ bravissimo di testa ma non è velocissimo nel recupero. Crosetti scrive che gli servirebbe “un corso di recupero sul lavoro dello stopper”. Tanto che la vecchia guardia bianconera composta da Chiellini, Buffon, Bonucci e Barzagli, lo sta affiancando in una sorta di tutoraggio.

Nessuno mette in discussione le sue potenzialità, che sono grandi, ma non assolute.

E’ diventato subito titolare per caso, poi è inciampato in tre palloni che ha toccato col braccio.

I compagni e Sarri lo incoraggiano nonostante tutto.

“Da bambino, Matthijs voleva fare il tennista (e lì, in effetti, le braccia servono) e lo chiamavano Fatty, ciccione, ma lui ha saputo resistere diventando il più giovane esordiente nella storia dell’Olanda (17 anni) e il più giovane capitano in una semifinale di Champions (19 anni). Tutto troppo presto, forse, o magari no. Lo voleva il Psg, lo voleva il Barcellona, lo ha preso la Juventus che infine lo ha legato a sé. Non resta che legargli anche le mani”.

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