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Cristiano Ronaldo al posto di Llorente, sarebbe stato rigore tutta la vita. Le parole di Ancelotti non cadano nel vuoto

L’allenatore del Napoli ha parlato di attacco personale. Il calcio italiano, e non solo, deve dare una risposta. Il tema è politico

Cristiano Ronaldo al posto di Llorente, sarebbe stato rigore tutta la vita. Le parole di Ancelotti non cadano nel vuoto

Mercoledì 30 ottobre 2019 chiarisce una volte per tutte quel che tutti sanno e hanno sempre saputo. Il campionato italiano è un campionato in cui la legge non è uguale per tutti. Così come non è uguale il peso politico e mediatico dei club.

Al Napoli viene negato un rigore su Fernando Llorente. Ci sono le immagini. Adani in telecronaca Sky dice che è rigore netto. È rigore netto. Il braccio di Llorente non c’entra niente, Llorente guarda il pallone. Kjaer mai. L’arbitro non dà il rigore, l’azione prosegue e l’Atalanta pareggia.

Con la Juventus sarebbe stato impossibile. Alla Juventus, contro il Genoa, viene concesso un rigore fantasioso al 94esimo. Cristiano Ronaldo viene toccato ma accentua notevolmente. Di fatto simula. Il Var non dice nulla, concedono il rigore alla Juventus.

Ora la domanda è: ma se al posto di Llorente ci fosse stato Cristiano Ronaldo, che cosa avrebbero fatto Giacomelli e Banti? Avrebbero concesso il rigore senza se e senza ma.

Questa è la verità. Ci sono due regolamenti in Italia. C’è un doppiopesismo che è politico, mediatico. Aurelio De Laurentiis ha posto la questione a Sky Sport, ma il Napoli è fondamentalmente considerato un comprimario. In Italia.

Non è un caso che il Napoli è primo nel girone Champions ed è indietro in Italia.

Questa è il vero tema. In Italia c’è una disparità di trattamento. Stasera Carlo Ancelotti lo ha detto chiaro e tondo. Ha parlato di attacco personale. E certo Ancelotti non può essere tacciato di vittimismo. Parliamo di una persona che è un ambasciatore dell’Italia nel mondo. Ha dato fastidio Ancelotti? Ha posto con forza il tema razzismo, lo ha imposto all’agenda politica nazionale. È in gioco la credibilità del calcio italiano. Che al momento è bassissima. È un tema politico. Il calcio è un gioco, ma non solo. Il gioco deve avere regole chiare, altrimenti non ha senso sedersi al tavolo.

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