Casarin trova il modo per non dire se per lui quello su Llorente è rigore o no

Sul CorSera l'ex arbitro si trasforma in Ponzio Pilato. Un capolavoro di ambiguità, strano per uno come lui sempre schietto e diretto

Giacomelli

Sul Corriere della Sera Paolo Casarin analizza gli arbitraggi clou del turno infrasettimanale di campionato.

Parte da Napoli-Atalanta, in cui, all’inizio, l’arbitro Giacomelli lascia giocare. Diventa severo su Fabian Ruiz,

“per un mani a metà campo molto discutibile: il pubblico è sorpreso e fischia”.

A quel punto Giacomelli comincia a fischiare di più. Alla fine del primo tempo si contano 15 falli e un pareggio di alto livello.

Nella ripresa il gioco è meno tecnico e piovono gialli per falli di gioco.

Regolare il gol di Milik, mentre nello scontro tra Kjaer e Llorente è prevalente il danneggiamento sull’azzurro, scrive.

Giacomelli, però, non interviene e subito dopo Ilicic pareggia.

“Grande tensione, proteste con l’arbitro, espulso Ancelotti. Il lungo colloquio tra l’arbitro e Banti, alla Var, non modifica la scelta di Giacomelli”.

In Juventus-Genoa, l’arbitro Giua

“è molto severo nel secondo giallo a Cassata a inizio ripresa”.

In Brescia-Inter i tifosi bresciani chiedono più volte il calcio di rigore per presunti falli di mano o falli a danno dei padroni di casa.

“Il diluvio di rigori finora concessi, non sempre condivisibili, ha modificato sensibilmente il giudizio comune sull’entità dei falli in area e portato a richiedere penalty ingiustificati. È stato corretto invece il rigore concesso da Sacchi al Bologna per fallo ingenuo di Joao Pedro in area del Cagliari. In Samp-Lecce Massa concede un rigore per mano di Ferrari: la Var annulla la decisione per inesistenza del tocco di braccio del difensore”.

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