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Una partita con la faccia di Ancelotti

Il Napoli ieri ha giocato la sua prima partita autenticamente ancelottiana. La vittoria dell’anno scorso aveva un sapore eroico, ma questa volta non è stato così

Una partita con la faccia di Ancelotti

Il Napoli ieri ha giocato la sua prima partita autenticamente ancelottiana. Se la vittoria dell’anno scorso aveva infatti un sapore eroico, per cui sembrava che la squadra fosse andata abbastanza oltre le sue reali possibilità, questa volta non è stato così. Anzi. Episodi a parte, i nostri hanno messo in mostra una grandissima “faccia di Carlo”, e hanno tanto ricordato, sebbene in scala ridotta dal punto di vista tecnico, quel Milan con cui il nostro mister è diventato famoso in tutto il mondo.

Sicuri, pazienti, determinati

I giocatori del Napoli sono sembrati proprio come il loro allenatore, sia prima, durante che dopo la partita, nelle dichiarazioni. La faccia di Mertens, mentre suonava la mitica musichetta tratta dalle arie di Franz Joseph Haydn, prometteva già molto bene. Lui, che ha spesso l’aria di uno studente belga in Erasmus permanente, sembrava questa volta davvero serio e concentrato.

La formazione scelta da Ancelotti era quella dei grandi appuntamenti. Finanche sfrontata, a dirla tutta. Callejon e Insigne esterni di centrocampo, con due soli uomini al centro in opposizione al trio inglese composto dal bravissimo capitano Henderson (quanto farebbe comodo anche a noi), da Fabinho e Milner. Per fortuna però Di Lorenzo e Mario Rui sono stati sempre reattivi negli interventi e nei ripiegamenti, consentendo ai nostri piccoletti di strappare e di scattare molto spesso, senza correre troppi rischi.

La partita ha attraversato tanti momenti diversi, anche di sofferenza. Ma non si è mai avuta l’impressione del cedimento, né fisico, né mentale. L’avversario richiedeva una dedizione particolare. E infatti l’hanno messa tutta, tutti, compreso l’uomo che sembrava faticare di più, ovvero Fabian Ruìz, spostato a sinistra dopo l’ingresso di Zielinski. Non si è vissuto poi alcuno psicodramma, neanche in occasione dello svarione di Manolas, o della ripartenza Manè-Salah.

Le partite di Champions inoltre sono lunghe e dense

E proprio quando un match di campionato prende normalmente a scivolare verso la fine, più o meno a venti dal termine, ecco che le sfide europee vivono invece i loro momenti decisivi. E lì servono le idee chiare, le motivazioni e il sangue freddo. Cose che il Napoli ha dimostrato in questa occasione senza nessuna ombra. Unico rimandato, in una serata solo positiva, è Lozano. Ma la sensazione è che si tratti di un discorso non tecnico, quanto di normale ambientamento. E c’è un’ultima cosa. Anche il pubblico, anche noi, sembriamo diversi. E’ una vittoria bella quella di ieri. Una vittoria sicuramente da ricordare. Ma per una volta sembra che in città sia passata come una grande vittoria normale.

 

 

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