Thuram: “Se non si fa nulla è perché chi comanda non considera gravi i “buu” e il razzismo”
Al Corriere dello Sport L’Italia è sessista, omofoba e razzista come quasi tutti i Paesi. Chi dice che c’è più razzismo in Italia rispetto alla Francia o altrove sbaglia

Lilian Thuram, il simbolo della lotta contro il razzismo nello sport, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport dopo i fatti accaduti domenica a Cagliari, che hanno visto ieri gli ultras della curva nord dell’Inter inviare un comunicato a Lukaku in cui spiegavano che non si trattava di razzismo. La sua condanna agli episodi è chiara, ma più forte ancora la condanna a chi in questi anni non ha fatto nulla per cambiare le cose
«Se non viene fatto niente, si dà il diritto di continuare a chi si comporta in un certo modo. Chi comanda evidentemente non considera gravi i “buu” e il razzismo».
Il razzismo non è solo nello sport, ma in tutta la cultura occidentale dei bianchi, secondo Thuram, che si considerano al di sopra. Ci sono tante condanne, anche da parte della Federazione e di personaggi influenti, ma nessuna soluzione è stata trovata, niente è stato fatto e questo fa in modo che «i razzisti credono di avere ragione»
«I club devo sentirsi responsabili per quello che succede perché certi episodi si verificano dentro uno spazio chiuso ovvero uno stadio. E quando dico “responsabili”, non intendo “colpevoli”. Le società devono dire: “Noi siamo responsabili. Cosa possiamo fare?”. Se ammetti di essere responsabile è un buon inizio perché non succeda più. Se invece nessuno si sente responsabile…».
Fermare le partite è necessario secondo Thuram, non fare finta di non aver sentito. Ma bisogna anche aver chiaro che
L’Italia è sessista, omofoba e razzista come quasi tutti i Paesi. Chi dice che c’è più razzismo in Italia rispetto alla Francia o altrove sbaglia.
Non serve accusarsi a vicenda o negare, ma unirsi per fare qualcosa di concreto per cambiare le cose