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Razzismo, Repubblica: “Ora sembra che sia Dalbert a dover dare spiegazioni”

Nessuno ha sentito, non c’è traccia dei buu nei rapporti e nei referti. Come a Verona e a Cagliari con Kessié e Lukaku. Dalbert sarà sentito dal giudice sportivo

Razzismo, Repubblica: “Ora sembra che sia Dalbert a dover dare spiegazioni”

È così semplice capire perché in Italia non si riesce a debellare il razzismo dagli stadi, ma tutti fanno finta di niente. L’ultimo esempio arriva da Parma, o meglio dal giudice sportivo. Anche in questo caso, come a Cagliari con Lukaku, nessuno ha sentito nulla. E così adesso il giudice Gerardo Mastrandrea ascolterà lo stesso Dalbert. Ecco cosa scrive Repubblica:

Il giorno dopo, sembra quasi sia Dalbert a dover dare spiegazioni. L’ultimo caso di razzismo – il terzo in quattro giornate di campionato – non ha prodotto sanzioni, ma solo l’ennesima richiesta di indagini approfondite, con una novità però. Il giudice sportivo Gerardo Mastrandrea vuol ascoltare il terzino brasiliano della Fiorentina per farsi un’idea «circa l’effettiva entità, dimensione e provenienza» degli ululati: non li ha sentiti nessuno.

Nel referto, Orsato ha scritto di aver fermato la partita e chiesto allo speaker di diffondere il classico messaggio, perché, «il calciatore era visibilmente scosso».

Come a Cagliari per Lukaku, non c’è traccia degli ululati in alcun rapporto della Questura, dei commissari della Lega, degli ispettori della Procura federale, né nel referto di Orsato. Che, però, scrive Repubblica, “ha avuto la lucidità di mettere in atto il protocollo”. Disatteso a Verona con Kessié (anche lì nessuno sentì), a Cagliari con Lukaku emergenza.

Michele Uva, vicepresidente Uefa, cade dal pero: «Nelle altre federazioni il razzismo è quasi scomparso, nelle gare europee questi fatti non accadono quasi mai, invece in Italia aumenta e non si capisce il motivo».

Ora la parola d’ordine è: punire le responsabilità individuali. Eppure, ricorda Repubblica,

l’unico stadio italiano in cui i responsabili di ululati sono stati individuati e colpiti da Daspo, il divieto di accedere alle manifestazioni sportive, è l’Olimpico di Roma (era il 2016), grazie a telecamere di sicurezza dotate di microfoni.

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