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«Parlate di bullismo, poi vi aggredite sulle chat e mandate le vostre figlie a scuola con le calze a rete»

Una preside della periferia di Roma si scaglia contro i genitori. Scrive di aver ricevuto “decine di lettere minatorie e il taglio di tre copertoni”.

«Parlate di bullismo, poi vi aggredite sulle chat e mandate le vostre figlie a scuola con le calze a rete»

Nella periferia romana, una preside scrive ai genitori per congedarsi al termine dei cinque anni di incarico e consegna loro (e agli insegnanti) una serie di accuse per come educano i ragazzi.

E’ accaduto nella scuola elementare e media Tullia Zevi di Casalpalocco. La preside, Eugenia Rigano, imputa a genitori e insegnanti di accettare che le alunne si presentino a scuola “in minigonna e calze a rete”. E accusa anche i papà, “che si azzannano con turpiloquio e minacce” sulle chat di classe.

Il tutto, avviene dopo cinque anni di rapporti ostili e carte bollate al termine dei quali, lasciando l’incarico, la preside tira un sospiro di sollievo e si toglie i sassi dalle scarpe.

Repubblica, oggi, riporta alcuni stralci della lettera. Ce n’è per tutti.

Per i padri:

“I simpatici promotori di chat di classe che appena costituito il gruppo cominciano ad azzannarsi tra loro, perché si lamentano quando tra i figli si producono episodi di violenza e bullismo?”

ma anche per le madri:

“le signore âgée che, divorate dal demonio meridiano, e non avendo mai trovato miglior palcoscenico, esordiscono cercando visibilità negli organi collegiali in minigonna e calze a rete, perché si lamentano poi se le figlie, non proprio silfidi, vengono sbeffeggiate dai compagni di classe? Non sono loro che hanno puntato sull’apparenza?”.

La preside scrive di aver ricevuto “decine di lettere minatorie, il taglio di tre copertoni e una capillare attività diffamatoria”.

Naturalmente non sono mancate le repliche dei genitori, soprattutto sui social.

Una mamma ha scritto, parlando della preside:

“Triste che la signora si esprima su questioni relazionali quando è la prima a non saperle gestire”

Un’altra dice che in realtà la scuola è abbandonata a se stessa e che “se non ci fossero stati genitori armati di buona volontà i bambini avrebbero sguazzato nell’incuria”. C’è chi giudica la lettera “davvero spiacevole” e si rallegra si volti pagina.

La preside invita a controllare l’annuario scolastico e a prendere visione delle minigonne e calze a rete di cui parla, a dimostrazione che non si tratta di invenzione.

E sui papà violenti?

“Lo sono anche a casa loro; picchiano la moglie… Il lavoro del dirigente scolastico è veramente ingrato, ci sono centinaia di situazioni di rischio da arginare. A volte drammatiche”.

Alla preside, scrive Repubblica, mancano due anni alla pensione. Li trascorrerà dirigendo un istituto superiore ad Acilia.

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