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Operazione anti-pirateria, “è l’evoluzione del napoletanissimo pezzotto”

L’inchiesta è nata a Roma, ma è stata trasmessa a Napoli per competenza territoriale. La base tra Marianella e il Centro Direzionale, un arresto a Salonicco

Operazione anti-pirateria, “è l’evoluzione del napoletanissimo pezzotto”

Partite di Seria A, coppe europee, film e serie tv, ecco cosa trasmetteva il giro di pirateria televisiva scoperto e bloccato ieri dalle indagini condotte dalla procura di Napoli e Roma ma Eurojust (visto il carattere internazionale del giro di affari).

In pole position, riporta il Messaggero questa mattina, ovviamente il calcio che la faceva da padrona con il 60% dei contenuti per un giorno da 60 milioni di euro all’anno, con un danno per Sky, Dazn e Netflix che vedevano derubati i propri palinsesti.

Nell’ordinanza il gip sottolinea che è stato rinvenuto «un sofisticato sistema organizzato di frode finalizzato alla captazione e diffusione di prodotti destinati alla Tv a pagamento, con notevole danno ai titolari dei diritti ed evidente frustrazione del libero mercato».

In base alle stime del Codacons, come riporta il Mattino, «la forte diffusione di piattaforme che consentono di vedere gratuitamente le pay-tv, ha effetti fino al +10% sui prezzi degli abbonamenti televisivi, a discapito di tutti gli utenti che in modo regolare acquistano pacchetti legati alle tv a pagamento», motivo per cui «oltre a rappresentare una forma di illegalità, la pirateria porta ad un ingiusto incremento delle tariffe a carico di chi si abbona in modo regolare alle tv a pagamento».

L’inchiesta è nata a Roma, ma è stata trasmessa a Napoli per competenza territoriale. Tutto è partito da una segnalazione e da un nome Flora Gianniello. Gli inquirenti fanno una perquisizione a Marianella, in via dell’Abbondanza dove spunta un piccolo tesoro di documenti: decoder, tessere sky, encoder, materiale informatico, documentazione, ma anche contanti per oltre 17mila euro. Ma esce soprattutto un secondo nome, quello di Franco Maccarelli.

Secondo l’indagine, affidata al tenente colonnello Gianluca Berruti, sarebbe proprio il casertano Franco Maccarelli, detto Eros, ufficialmente disoccupato, il capo del Team Dvs, colui che gestiva le operazioni e manteneva i contatti con i soggetti stranieri. «Il centro operativo è certamente Napoli — scrive il Gip Fabio Provviser nel decreto con cui ha disposto il sequestro di 80 siti Internet, 183 server e 197 conti corrente — in particolare due immobili al Centro direzionale affittati da Maccarelli»

Gli inquirenti hanno portato alla luce un giro di affari di circa 6 milioni all’anno ed evidenziato, come riporta ancora il Mattino, il ruolo chiave della Xtream codes Ltd, come scrive il gip

«Emerge con estrema chiarezza il pieno coinvolgimento della società Xtream codes Ltd nell’attività di riproduzione non autorizzata di interi palinsesti televisivi. Tecnicamente la società rappresenta il pilastro portante quasi dell’intero mercato dell’Itpv illegale, essendo depositaria dei dati di tutti i server che utilizzano la loro piattaforma (lista clienti, rivenditori, flussi video, scadenze abbonamenti)».

Dalle perquisizioni di due immobili al Centro Direzionale intesati a Maccarelli sarebbero stati rinvenuti centinaia di dossier di dati e informazioni decisive per dare una connotazione napoletana a un giro di affari internazionale.

Sono stati i finanzieri del Nucleo speciale frodi informatiche, guidati dal colonnello Reccia, riporta Repubblica, a tracciare le operazioni occulte della Xtream Codes e a individuare il Team Dvs, un gruppo di 25 italiani indagati per associazione per delinquere (“Diablo”, “Eros”, “Tulipano nero”, “Ulisse”, “Belzebù” alcuni dei soprannomi) che si occupava di trovare clienti e arrivati a coprire l’85 per cento dell’Iptv illegale.

Per loro i reati ipotizzati sono associazione a delinquere finalizzata alla riproduzione e commercializzazione illecita di Iptv (protocollo internazionale di televisione) con la circostanza aggravata del reato transazionale.

Siamo all’evoluzione del napoletanissimo «pezzotto», – scrive il Mattino – come emerge dal decreto di sequestro firmato dal gip di Napoli della diffusa piattaforma streaming Xstream Codes, vera e propria cabina di regìa che irrogava i codici giusti in cambio di soldi.

Tra gli arresti anche quello di Christos Papaoikonomu, fermato a Salonicco, è lui ad essere ritenuto uno degli inventori e dei gestore della piattaforma streaming Xstream Codes,

Scoperto anche il modus operandi della commercializzazione. Tutto avveniva tramite una chat skype, come ha svelato il gip, denominata «benvenuti in famiglia»

«È stato individuato un gruppo di 213 utenti, in tale chat vengono scambiati messaggi inerenti il sistema Iptv e i partecipi si adoperavano per fornire i crediti, previo pagamento, a tutti gli altri ed informare circa lo stato dei lavori sui vari server».

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