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Le 10 scene di Napoli-Brescia: Hysaj entra con l’entusiasmo del capitone il 24 dicembre

La scivolata con cui Allan imita Koulibaly. La serpentina del turchino Elmas. La mano davanti alla bocca di Manolas. Ma soprattutto: la bimba di Mario. Quello che ricorderemo

Le 10 scene di Napoli-Brescia: Hysaj entra con l’entusiasmo del capitone il 24 dicembre

Le dieci scene di Napoli-Brescia che non potremo dimenticare.

Uno. Balotelli e sua figlia. L’ingresso in campo delle squadre è particolarmente toccante per gli uomini e le donne di buona volontà. Nello stadio dove per una sostituzione scoppiò in lacrime, facendo parlare a sproposito di cori razzisti, Mario ritorna con sua figlia in braccio. Allora provò a segnare per dedicarle un gol, stavolta segna sotto i suoi occhi. Esiste in giro un manuale per non commuoversi?

Due. La mano davanti alla bocca di Manolas. Quando si copre le labbra e parla ai compagni rientrando verso la metà campo dopo aver segnato, diventa chiaro molto prima che si esprima il VAR che ha toccato il pallone con la mano. Infatti è così. Dopo segna davvero.

Tre. La chiusura di Di Lorenzo su Balotelli. Si cross dalla sinistra fa una cosa di una intelligenza tattica sopraffina. Va a chiudere di testa su Balotelli smarcato sul secondo palo. Questi avviene prima che gli tocchi giocare da centrale in piena emergenza. Quando si dimostra un jolly prezioso e un acquisto sopra ogni previsione.

Quattro. Il collo pieno di Tonali. Di prima intenzione nell’angolino basso dove Ospina non può arrivare. Un colpo da campione. Il VAR glielo annulla ma rimane la prodezza tecnica negli occhi di tutti noi.

Cinque. Maksimovic in barella. Mentre sta giocando una partita esemplare per autorevolezza e credibilità al posto di Koulibaly, si stira. Esce dal campo lasciandoci in balia dei venti contrari e chissà quando lo rivedremo. Certamente non a Torino.

Sei. Hysaj quando entra. Tocca a lui entrare quando anche Maksimovic abbandona la truppa. Lo fa con un entusiasmo pari a quello del capitone alla Pignasecca quando arriva il 24 dicembre.

Sette. La scivolata di Allan in area di rigore. È una giocata meno elegante e meno classosa della palla da rifinitore che serve a Mertens. Ma quando si lancia in scivolata per non lasciar passare un pallone di Tonali, si fa amare. In definitiva: meglio quando imita Koulibaly che quando imita De Bruyne.

Otto. Lo spazzolone di Luperto. Il suo ingresso riporta l’orologio della partita agli anni 70. Manda un pallone in fallo laterale come non succedeva dai tempi di Salvatore Di Somma al Partenio. Qui bisogna ricordare che comunque il Napoli ha subito un solo gol su azione nelle ultime 5 partite.

Nove. Ospina a terra e senza sostituzioni. Vederlo a terra che si mantiene il ginocchio dopo un contatto con Balotelli mette un brivido dietro la schiena ghiacciato. In quel momento Ancelotti non aveva più sostituzioni. Va bene che vuole un Napoli liquido e non di specialisti, ma sarebbe stato troppo scoprire in quale degli uomini di movimento si nasconde un portiere di riserva.

Dieci. La serpentina di Elmas al 94’. In pieno recupero il turchino si inventa un doppio dribbling in area di rigore dei bresciani e un tiro sul palo lontano. He avrebbero meritato migliore fortuna.

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