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Il Napoli camaleontico di Ancelotti è una delle miglior espressioni del calcio moderno

La squadra sembra sempre uguale a se stessa, ma, in realtà, cambia continuamente pelle. È una ragionata imprevedibilità

Il Napoli camaleontico di Ancelotti è una delle miglior espressioni del calcio moderno

Più volte Il Napolista ha sottolineato questa qualità della squadra del tenente Colombo: si tratta di una qualità che permette di non essere mai pre-visti. Le pre-visioni riguardano solo l’uomo, e il suo vice, che sedie in panchina. Con la sua pacata furbizia, Ancelotti riesce a sorprendere continuamente. Non si tratta, naturalmente, di una dichiarazione di infallibilità del mister; anche lui, come tutti, può sbagliare. Si tratta semplicemente di evidenziare un tratto efficace della squadra che sembra sempre uguale a se stessa, ma che, in realtà, cambia continuamente pelle. È il calcio fluido di cui parla, nelle sue acute analisi tattiche, Alfonso Fasano. È, a mio giudizio, una delle migliori espressioni del calcio moderno.

Un allenatore che fa del trasformismo una categoria

Il fine da raggiungere è sempre lo stesso (la vittoria), ma le strade sono innumerevoli e viene sfruttata ogni singola qualità per raggiungerlo utilitaristicamente. Ancelotti è consapevole dell’imprevedibilità del calcio ed esaspera questa caratteristica nella sua squadra fino all’inverosimile, ma si tratta di una ragionata imprevedibilità. Ciò che muove è sempre il fine, il risultato: al posto di ingabbiare la squadra in schemi concettuali, Ancelotti libera attraverso questa ragionata imprevedibilità.

Il tifoso (me compreso) durante la partita, per la legge di Kolarov, non si accorge della categoria di cui sopra, ma quando, nel post gara, la si va ad analizzare, lo “slancio creativo”, con un paragone ardito potremmo dire «élan vital», emerge con estrema chiarezza.

Il calcio, in fondo, è una cosa semplice (ma non semplicistica) e come tutte le cose semplici vanno vissute senza snaturarle, ma accompagnando le sue naturali evoluzioni…senza far danni.

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