Il Giornale: c’era una volta la 10. Oggi tutti scelgono la 7
E' diventato il numero di maglia più conteso. Il quotidiano racconta le tante curiosità sui numeri di maglia da quando è stata introdotta la numerazione fissa

C’era una volta il 10, scrive Il Giornale. Il numero di Maradona, Platini, Rivera, Baggio, Mancini e Totti. Era un totem, un’icona, un numero riservato ai fenomeni e sognato da ogni bambino.
Oggi quel 10 è stato soppiantato dal 7. E’ questo il numero che vogliono tutti.
Non a caso, Ronaldo è detto CR7: l’acronimo è quasi diventato un nome di battesimo. Danilo, appena arrivato alla Juve, ha chiesto il 7. Per poi, ovviamente, trovarsi costretto a ripiegare sul 13.
Sabato, a Firenze, la sfida sarà tra CR7 e FR7, cioè Frank Ribery, altro portatore del celebre numero.
E sempre il numero 7 è stato oggetto del contendere in casa Inter: quando Icardi ha perso il 9 a vantaggio di Lukaku, è stato il 7 il numero che ha scelto, così Sanchez, appena approdato in nerazzurro, ha dovuto chiedere la 11, facendo ripiegare Di Marco sul 21.
“Ma l’ultimo giorno di mercato Icardi è partito in direzione Parigi lasciando il 7 libero. L’Inter ha chiesto e ottenuto la deroga alla lega calcio regalando la 7 a Sanchez. Con Di Marco rimasto doppiamente beffato e la sua 21 di ripiego. Chissà, magari diventerà un marchio pure lui”.
Ma da quando in Italia è stata applicata la numerazione fissa, nel 1995-96, ci sono tante curiosità da raccontare.
Ad esempio quando Baronio fu messo fuori rosa dal Perugia perché per Gaucci la sua numero 13 (scelta per la data di nascita della figlia), portava sfortuna.
“Mitica la scelta di Zamorano all’Inter: il suo 9 era di Ronaldo? Scelse il 18 e mise un “+” tra l’1 e l’8”.
O Sensi, che a Cesena scelse il numero 5 perché i sensi sono tanti.
Se ne potrebbero raccontare tante. Poi ci sono le scelte di cuore,
“come Quagliarella da sempre con il 27 in onore dello scomparso Niccolò Galli, suo compagno nelle nazionali giovanili, o Cristiano Lucarelli che scelse il 99 per la data di nascita del gruppo ultras del suo Livorno”.
Senza contare la scaramanzia, scrive il quotidiano.
“Sarà un caso che al Napoli nessuno indossa la 17 che invece piace tanto a Immobile e Mandzukic? Chissà, non è più come una volta. Tanto che Roma, Milan, Torino, Atalanta e Sassuolo non hanno nemmeno un portiere con l’1, il 12 o il 22. È il calcio moderno, bellezza e non è solo questione di numeri”.