Tra i giocatori anche il figlio di Marco Delvecchio. L’ha costuita il ds italiano Leghissa: “I ragazzi imparano la lingua e i familiari spediscono spaghetti e mozzarelle”

In Galles esiste una squadra di serie B che in rosa ha 21 calciatori italiani. Una storia singolare che oggi è sulle pagine di Libero.
Si chiama Bangor City Football Club, è un club storico, il Napoli lo affrontò (e lo eliminò nella terza gara) in Coppa delle Coppe nel 1962. Vanta tre scudetti, otto coppe del Galles, una partecipazione ai preliminari di Champions e dieci all’Europa League. Ma 21 dei suoi giocatori sono italiani come italiano è anche il ds, Max Leghissa, artefice della trasformazione tricolore.
Triestino, ex calciatore, ha un passato trascorso a girovagare da una società all’altra, sia come agente che come dirigente.
Da quattro anni lavora all’estero, prima in Svezia, quindi a Malta. Poi ha conosciuto i dirigenti del Bangor che erano in ritiro. a Malta.
Prima una consulenza, poi un contratto di due anni e così Leghissa si è portato dietro alcuni giocatori della vecchia squadra, ha ingaggiato alcuni giovani già noti e ha tesserato altre promesse. Fino a costruire, in pochi mesi, un Bangor all’italiana.
Il ds spiega a Libero:
“La società in passato non ha avuto mai stranieri, a parte qualche inglese e un sudamericano per poche settimane. Ha sposato la mia linea e ora tutti sono entusiasti”.
I 21 italiani sono tutti professionisti. Si dividono tra squadra A e squadra B. Tra loro c’è anche il figlio del ds, Francesco e quello del bomber Marco Delvecchio, Nicolas.
“L’allenatore e il suo staff sono di Liverpool e per ora alloggiamo e ci alleniamo là: veniamo a Bangor solo per le partite, tutto sommato sono solo 240 km tra andata e ritorno. I ragazzi italiani vivono insieme in un grande bed and breakfast, con camere da due posti e una cucina a disposizione. Ovviamente arrivano scorte di cibo mandate dai parenti dall’Italia: spaghetti, pummarola, mozzarelle”.
Per i ragazzi è anche l’occasione per conoscere l’estero e una nuova lingua, spiega il ds. Che racconta un aneddoto:
“L’altro giorno, durante la partita, c’è stata una mezza zuffa e l’arbitro ha rimproverato Dalia, un nostro giocatore napoletano. Che ha risposto: “Arbitro, dimmi why”. Capito? Iniziano a imparare qualche parola…”.
Il Bangor è stato retrocesso perché lo stadio da 5mila posti non era a norma, ma ora il problema è risolto e Leghissa assicura che l’intenzione è salire nella massima serie e tornare entro due anni anche in Europa.
“Qui si vive bene, ci sono 25mila abitanti e c’è una delle migliori università del Regno Unito. Nel week-end la gente viene in gita da Liverpool e Manchester. I tifosi sono su di giri: nella scorsa partita si sono presentati vestiti di azzurro e tricolore per omaggiare noi italiani”.