Sul Corriere della Sera il nuovo trend del calcio. Mihajlovic si fa affiancare da un ex pugile, Guardiola da un ex pallanuotista. Oggi negli staff dei tecnici almeno 5-10 collaboratori

Sul Corriere della Sera la nuova tendenza delle panchine dei club europei. Non più la classica triade allenatore, preparatore atletico e preparatore dei portieri. Oggi molti grandi tecnici si fanno assistere da professionalità diverse, soprattutto campioni di altri sport.
Uno dei tecnici che seguono il nuovo corso è Jurgen Klopp. La settimana scorsa ha mandato il suo Liverpool campione di Europa a lezione da un surfista, il 34enne tedesco Sebastian Steudtner. L’obiettivo è di imparare a gestire l’ansia attraverso esercizi di respirazione.
Un anno fa inserì nel suo staff un danese esperto di rimesse laterali, che sono infatti diventate un punto di forza dei Reds.
La tendenza a inserire negli staff tecnici personalità diverse è ormai consolidata. Lo dice anche Renzo Ulivieri, presidente degli allenatori italiani:
“Da ormai 15 anni la figura dell’allenatore come uomo solo al comando non esiste più”
Il primo ad inaugurare il nuovo corso è stato Guardiola. Da anni ha al suo fianco l’ex fuoriclasse della pallanuoto Manuel Estiarte, del quale dice che “è molto più di un motivatore”.
Anche Mihajlovic ha voluto al Bologna un ex pugile, Vincenzo Cantatore, che si occupa delle “attività complementari alla performance con indirizzo psico-motorio”.
Oggi, ogni allenatore ha uno staff di almeno 5-10 collaboratori fissi, ai quali se ne aggiungono spesso altrettanti che portano avanti progetti temporanei o sperimentali.
Giampaolo al Milan ha 8 uomini. Conte all’Inter e Ancelotti al Napoli altrettanti. Fonseca alla Roma 5. Sarri alla Juve ne ha 15, inclusi i 6 preparatori atletici guidati dall’ex rossonero Tognaccini e i 3 match analyst coordinati dal figlio di Scirea.
“Oggi fra dronisti (fu Sarri all’Empoli a importare dagli Usa le riprese aeree degli allenamenti) e match analyst (si occupa di rielaborare le statistiche delle partite) in panchina si sta stretti. La filosofia di fondo è che più teste ci sono e meglio è. Vero: il progresso sta nella specializzazione. L’importante è che alla fine a decidere sia uno. Sennò son guai”.