Su Libero il critico musicale fa un elogio allo scrittore-giornalista scomparso: “Se sapessi di dover soffrire mi ubriacherei di whisky e barbiturici”
Su Libero un lungo elogio a Francesco Durante a firma di Paolo Isotta. Il critico musicale definisce lo scrittore e giornalista appena scomparso “uno dei nostri più brillanti giornalisti intellettuali, mio amico e confidente di una vita”.
Lo descrive “mite, melanconico, pur se a volte irascibile. Ne elenca le virtù intellettuali.
“E’ stato anche un organizzatore di mostre, festivals, scopritore di due fra i romanzieri di più autentico talento di oggi, Vladimiro Bottone e Wanda Marasco”.
Descrive le sue origini anacapresi e la vita dell’isola di un tempo, insieme ai suoi ricordi legati a Capri, dove Isotta racconta di aver passato per la prima volta le vacanze nel 1952.
Di Durante dice ancora che era:
“uno di quelli ai quali si chiede il parere o l’intervista quando muore Camilleri e si designa il premio Nobel. Era anche il papà di una romanziera di talento”.
Soprattutto, però, Isotta ammette di invidiare Durante per il modo in cui se n’è andato.
“Sabato mattina se ne stava sulla piazzetta, presso la meravigliosa seggiovia, s’è accasciato, e già lui non c’era più”.
La morte migliore: quella che arriva inattesa, come diceva Cesare, scrive Isotta. E aggiunge:
“se dovessi morire fra un istante non batterei ciglio, se sapessi di dover morire soffrendo mi ubriacherei subito di whisky e barbiturici in quantità tali da rendere impossibile il “salvataggio””.
La morte tocca a tutti, scrive.
“Se è bella, che cosa c’è di più bello?”