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In Italia è già allarme (e polemica) per la regola sui rigori

Il Corriere dello Sport scrive che fanno discutere la mancata ripetizione del rigore sbagliato dal Chelsea in Supercoppa e la difesa di Rosetti

In Italia è già allarme (e polemica) per la regola sui rigori

La difesa di Rosetti

Il campionato ancora deve cominciare, eppure la polemica arbitrale è già partita. “Colpa” del nuovo regolamento. Scrive il Corriere dello Sport:

a cinque giorni dall’inizio. della serie A (sabato alle 18, Parma-Juve), aleggia un fantasma che rischia di essere molto ingombrante. Perché la regola che riguarda l’infrazione del portiere sui calci di rigori, chiarissima fino alla finale di Supercoppa Uefa, ha finito per ingarbugliarsi. E per far scattare – addirittura in anticipo – l’allarme. E se gli arbitri si interrogano e continueranno a farlo in questi giorni (non ci sarebbe, come probabilmente è giusto che sia, identità di vedute), le società si agitano e sono sul piede di guerra, visto che i portieri si stanno allenando senza sapere – a questo punto- esattamente come comportarsi.

Niente male. Tutto nasce dalla Supercoppa Europea tra Liverpool e Chelsea. E dall’ultimo rigore, calciato da Abraham, che è stato parato da Adrian che però al momento del tiro aveva entrambi i piedi evidentemente più avanti rispetto alla linea.

Le due paroline magiche

Prosegue il Corsport: “la spiegazione sul perché quel rigore non sia stato fatto ribattere è stato il guaio peggiore. In sintesi, il designatore della Uefa, Rosetti, ha spiegato che solo in caso di un «chiaro ed evidente» (e sappiamo già quanto queste due parole abbiano creato bufere lo scorso anno) errore degli arbitri in campo, deputati a controllare la regolarità della battuta, deve esserci l’intervento del Var. Dunque, rigore corretto”.

Il quotidiano – e non solo il quotidiano – non è d’accordo. La nuova norma prevede che almeno un piedi – prima tutti e due – deve stare sulla linea. “E dato che si tratta di un’infrazione di posizione, è come se si dicesse che un fuorigioco di 10 centimetri si può fischiare, per quelli di 5 c’è tolleranza (considerate che con il 3D l’accuratezza è sotto i due centimetri)”. Il quotidiano conclude scrivendo che “le società (soprattutto quelle più piccole) tremano. Gli arbitri, fossimo in loro, dovrebbero cominciare a preoccuparsi…”.

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