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Il fondatore di Lonely Planet: “Viaggiare ci aiuta a capire gli altri”

La Stampa intervista Tony Wheeler: “Nel mondo di oggi, in cui i malintesi tra le persone sono così tanti, mischiarci per conoscerci è imprescindibile”

Il fondatore di Lonely Planet: “Viaggiare ci aiuta a capire gli altri”

La Stampa intervista Tony Wheeler, il fondatore di Lonely Planet. A 72 anni, inglese, trascorre la sua vita viaggiando e poi riportando nelle guide i consigli ai viaggiatori.

Il suo primo viaggio, racconta, è stato quando aveva un anno e mezzo, in occasione del trasferimento della sua famiglia in Pakistan.

“Impiegammo tre giorni ad arrivarci: all’epoca gli aerei non volavano di notte”.

Qual è il paese più sopravvalutato e quello più sottovalutato?

“Se un posto è popolare non significa che sia sopravvalutato. Prendiamo il Taj Mahal: è in tutte le foto, lo conosciamo a memoria, è gremito di turisti. Ma perché è spettacolare e lo sarà sempre, ci torneresti mille volte. Oppure l’Italia. Sono da poco stato a Ravenna,splendida. Eravamo in 5 e ho pensato: “Ma com’è possibile che qui non ci siamo 50 persone?””.

Ad essere sottovalutata è sicuramente l’Africa, dice:

“perché a molti fa paura. O il Pacifico, perché difficile da raggiungere. O ancora il Bangladesh. Non è nei sogni di nessun turista eppure è affascinante. Sono stato a Sitakunda, vicino a Chittagong: i bambini correvano sulla spiaggia e alle loro spalle venivano rottamate enormi navi cargo con una semplice fiamma ossidrica. Incredibile”.

Il turismo sta rovinando il mondo?

“La bellezza va resa accessibile o no? Penso non si possa rispondere in modo netto. I posti quasi irraggiungibili sono affascinanti perché c’è poca gente, ma è anche un peccato che così poche persone possano vederli”.

Wheeler racconta di essere stato in circa 170 Paesi.

“In Europa mi manca l’Armenia, ci andrò fra poco. E sogno di visitare, un giorno, lo Yemen”.

I Paesi più imprescindibili, per lui, sono l’India e la Cina:

“L’India, perché ha una varietà di culture, lingue e religioni incredibile. E poi la Cina. È un Paese buono solo con le minoranze quiete, è vero, ma è un gigante economico e i suoi giovani hanno un’energia incredibile. Non possiamo ignorarlo”.

Cosa consiglia ai tanti che si trovano a viaggiare da soli?

“Di partire, perché è sempre meglio che stare a casa. E poi da solo puoi concederti il lusso di essere egoista”.

E aggiunge:

“viaggiare ci fa incontrare l’altro, ci aiuta a capirlo. E nel mondo di oggi, in cui i malintesi tra le persone sono così tanti, mischiarci per conoscerci è imprescindibile”

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