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Commisso: “Sabato un brutto assaggio del calcio italiano”

Il presidente della Fiorentina intervistato da Repubblica: “Vorrei portare il calcio italiano in America, sono una risorsa. Mi dispiace per gli juventini, ma un campionato più competitivo sarebbe più attrattivo”

Su Repubblica l’intervista a Rocco Commisso, presidente della Fiorentina.

Il primo argomento affrontato è quanto successo al Franchi sabato sera:

“Un brutto assaggio del calcio italiano. Credevo che il Var servisse a togliere ogni dubbio se c’erano delle incertezze, e sono rimasto molto sorpreso che l’arbitro non sia andato a vedere”.

Commisso racconta il suo impatto con il calcio italiano, e cosa ritiene di poter offrire con la sua esperienza:

“Non sono venuto qui a fare soldi, non ne ho bisogno. Ma è chiaro che quando fai degli investimenti non ci vuoi rimettere. In Italia non c’è nessun presidente come me. Io non sono il nipote del nonno o il figlio di quello che sta in Cina. Io sono un nonno. E sono differente. Non sono straniero, sono italiano, conosco la lingua. Vediamo se mi accettano. Lo spero. Anche perché ho delle idee, ho ottimi rapporti con le banche di mezzo mondo e con tante grandi aziende. Potrei essere una risorsa per il calcio italiano”.

E spiega che le sue idee si riferiscono soprattutto alla crescita della Serie A anche al di fuori dei confini nazionali:

“Vorrei portare il calcio italiano in America, penso a una sede distaccata della Lega calcio a New York. Dobbiamo far crescere il brand Serie A fuori dall’Italia. Dobbiamo fare marketing per poter competere con Liga, Premier o Bundesliga. Noi siamo abituati a lavorare veloci. Fast, fast, fast… Per il momento il progetto è lì, vedremo in futuro”.

Il presidente viola racconta la cosa che lo ha più sorpreso:

“I contratti sembrano non valere niente. E i procuratori hanno troppo potere. Guardate quello che sta succedendo con Icardi, è assurdo. Forse sarò romantico, ma vorrei che ci fossero i giocatori bandiera, come un tempo. Giocatori che vengono da noi e restano cinque, dieci anni e non che dopo tre vanno via”.

La Fiorentina ha trattenuto Chiesa (“Lo avevo promesso ai tifosi”, dice Commisso) e sta cercando di crescere con il mercato, ma resta una distanza rispetto alle altre grandi del campionato. Per Commisso il problema sta negli incassi. Dichiara che non ha intenzione di quotare in borsa il club ma di lavorare, piuttosto, sul marketing.

“Intanto dobbiamo migliorare il marketing e far fruttare di più il brand. E poi dobbiamo far crescere i ricavi. Qualche giorno fa su un giornale ho letto che il monte ingaggi della Juventus è di 250 milioni, il nostro di soli 50: come posso competere?”.

Il presidente è comunque contrario al tetto agli ingaggi:

“Negli Stati Uniti c’è e ha rovinato il calcio. Mi piace come funziona qui. In America abbiamo una politica migliore, ma il calcio è monopolio di pochi miliardari che non rischiano niente. Preferisco l’Italia. Se fai bene vai avanti, e se fai male vai giù”.

Il fair play finanziario invece gli piace

“I soldi li ho, non sono un problema, ma con il fair play finanziario non posso avere costi di 150 milioni con entrate di 100. Non si può fare. Vinco e poi? Dove vado? Non posso andare in Champions. È tempo perduto”.

Lo scudetto lo vincerà ancora la Juventus?

«Lo dico e lo ripeto: non è un bene per il calcio italiano che vinca sempre la stessa squadra. Lo so che i tifosi juventini mi criticheranno, ma preferirei giocare in un campionato più competitivo. Farebbe bene anche al business. Se arriviamo a marzo e il campionato è già finito, cosa guardo a fare le partite in tv? Ma se non guardo la tv non si fanno i ricavi. E senza ricavi finisce tutto».

 

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