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Repubblica Napoli: Sul palco del Ravello Festival un robot direttore d’orchestra

Si chiama RoDyMan ed è stato messo a punto dall’équipe del professor Bruno Siciliano della Federico II. Dirigerà alternandosi ad un direttore in carne e ossa su musiche di Lully, Bach, Clarke e Purcell

Repubblica Napoli: Sul palco del Ravello Festival un robot direttore d’orchestra

Questa sera, al Festival di Ravello, a dirigere l’orchestra sarà un robot. Lo racconta Repubblica Napoli.

Si chiama RoDyMan, acronimo di Robotic Dynamic Manipulation, è alto 1 metro e 95

“ha braccia meccaniche e cervello senza materia grigia. Tutto micro chip. Ma ha orecchio per la musica. E ha imparato a dirigere l’orchestra, in particolare quando esegue musiche di Bach”.

Una creazione del prof. Bruno Siciliano

E’ stato messo a punto dall’équipe del professor Bruno Siciliano della Federico II.

Dirigerà i giovani dell’Ensemble strumentale del Conservatorio “Martucci” di Salerno alternandosi al direttore d’orchestra in carne e ossa Massimiliano Carlini, sulle note di Lully, Bach, Clarke e Purcell.

L’occasione alla sua esibizione viene offerta da un appuntamento a cavallo tra arte e scienza che vede la collaborazione di Città della Scienza e che ha come tema gli automi e l’intelligenza artificiale e la loro presenza anche nel mondo della musica e dello spettacolo.

Sarà proprio il prof. Siciliano a raccontare questi temi al pubblico. Spiegherà anche come sia arrivato a insegnare al robot a dirigere un’orchestra.

Movimenti personalizzati

C’è già stato, in passato, un robot che ha diretto un’orchestra, ma non era un umanoide come questo. I suoi movimenti, scrive Repubblica, erano stati programmati al computer come le traiettorie della bacchetta. Stavolta è diverso, spiega Siciliano:

“Stavolta, convinti che non basta una macchina a dirigere un’orchestra, in modo freddo e sempre allo stesso modo, abbiamo personalizzato i movimenti del nostro umanoide”.

Così lo hanno fatto provare per una settimana in laboratorio, correggendo la rotta di alcuni gesti adattandoli a quelli del direttore d’orchestra in carne ed ossa che si è prestato a collaborare.

Spiega Siciliano:

“Gli abbiamo fatto indossare un giubbotto sensorizzato e sensori ai polsi e alla testa. Poi il maestro ha finto di dirigere il suo ensemble, su musiche di Bach. Con un nostro software abbiamo acquisito tutti i dati del suo movimento e un manichino virtuale, sullo schermo di un computer, li ha replicati. Poi i movimenti sono stati passati al robot che li ha “appresi” e ora è in grado di replicarli”.

Le evoluzioni future

Stasera RoDyMan ripeterà solo i movimenti della conduzione, ma potrebbe anche arrivare, in futuro, a guidare un’orchestra su qualsiasi brano:

“Basterebbe scomporre il brano e sintonizzare i movimenti del robot. Ma non credo ci piacerebbe: sarebbe frutto solo di un algoritmo, sarebbe un’esecuzione fredda. Senza alcuna personalizzazione”.

A Ravello, invece, scrive Repubblica Napoli,

“la bacchetta di RoDyMan sembrerà avere un’anima”.

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