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È finito il Messi maradonizzato: chiede scusa alla Conmebol

El Clarìn informa di una lettera alla Federcalcio sudamericana: «Non intendevo associare la parola corruzione ai dirigenti». Così evita fino a due anni di squalifica

È finito il Messi maradonizzato: chiede scusa alla Conmebol

El Clarìn

La maradonizzazione di Messi è finita. Anzi, viene meglio così: appena cominciata, la maradonizzazione di Messi è già finita. La pulce non è Diego. In campo, qualcuno ancora coltiva qualche dubbio. Politicamente, non c’è da discuterne. L’attacco di Messi alla Federcalcio sudamericana (Conmebol) ha subito una frettolosa e clamorosa marcia indietro. Lo rivela l’edizione odierna del quotidiano el Clarìn che informa di una lettera scritta – con tanto di firma elettronica di Lionel Messi – con cui il fuoriclasse del Barcellona chiede formalmente scusa per le dichiarazioni rilasciate dopo il match di Coppa America contro il Cile. Messi non si presentò nemmeno alla premiazione per il terzo posto.

“Non dobbiamo esser parte di questa corruzione che si è vista in questa Coppa. La corruzione, gli arbitri e tutto questo non permette che le persone partecipino al calcio e rovinano lo show”.

Fino a due anni di squalifica

Queste le sue parole a caldo. Parole che furono stigmatizzate dalla Federazione: «Inaccettabili». Messi – a termini regolamento – avrebbe rischiato una squalifica fino a due anni e una multa fino a 50mila dollari. La commissione etica della Conmebol aveva già aperto l’istruttoria

Nella lettera, Messi assicura che non voleva associare il termine corruzione ai dirigenti della Federcalcio sudamericana, che le sue dichiarazioni erano legate allo stato emotivo del momento, subito dopo l’espulsione subita nella partita contro il Cile.

El Clarìn scrive che si tratta di un’operazione legata non solo a evitare la squalifica al calciatore del Barça ma è anche una mossa politica. L’Argentina sarà, con la Colombia, co-organizzatrice della Coppa America 2020

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