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Lo sport italiano è spaccato. Calcio, nuoto, basket, tennis, pallavolo contro Malagò: «Parole gravi», «crea disagio»

Ieri un comunicato congiunto contro il presidente del Coni. Petrucci: «le guerre perse non si fanno». Binaghi: «Non può dire: “se passa la riforma, farò di tutto affinché il Cio la bocci”»

Lo sport italiano è spaccato. Calcio, nuoto, basket, tennis, pallavolo contro Malagò: «Parole gravi», «crea disagio»

Il comunicato contro il presidente del Coni

Gianni Petrucci, presidente Federbasket. Paolo Barelli, presidente Federnuoto e in passato avversario di Malagò per la presidenza del Coni. Angelo Binaghi, presidente Federtennis. Tre pezzi grossi dello sport italiano si schierano contro Giovanni Malagò e le sue esternazioni di ieri contro la riforma dello sport voluta dal governo.

In realtà sono cinque federazioni: calcio, basket, nuoto, tennis e pallavolo hanno diramato in un comunicato la loro posizione contro Malagò. Quindi ci sono anche Gravina per il calcio e Cattaneo per la pallavolo. Ecco uno stralcio del documento:

«Tale atteggiamento crea uno stato di disagio e turbamento non condivisibile. Si ritiene invece che gli eventuali possibili miglioramenti della legge delega, peraltro già approvata da uno dei due rami del Parlamento, debba eventualmente avvenire attraverso una interlocuzione collaborativa e non con atteggiamenti di contrapposizione. Per gli stessi motivi si invita il presidente Coni a sottoscrivere con immediatezza il contratto di servizio con la società Sport e Salute consentendo in tal modo di dare attuazione a una legge dello stato già approvata garantendo così le attività alle federazioni».

Gianni Petrucci: «Io rispetto le leggi dello Stato, tutte le belle parole lasciano il tempo che trovano. Le guerre perse non si fanno. Lo dico io che sono stato presidente più di chiunque altro, dal Coni alla pallacanestro. Non è una guerra personale, se tutte le federazioni sono d’accordo, un motivo ci sarà». E ancora: «Milano-Cortina 2026 non rischia niente ma andare avanti con questa guerra non serve. Qui si sta personalizzando. A questi livelli si è già arrivati in passato. È fisiologico quando cambiano i governi».

Paolo Barelli: «Sono gravi le dichiarazioni di Malagò ieri al Senato. Se dovesse essere vero che un governo si intromette nella vita democratica dello sport, sarebbe censurabile. Ma se così non fosse, e così non è, ritengo che siano dichiarazioni forti e fuori luogo. Bisogna riportare ogni tipo di dibattito alla normalità. Il governo ha ritenuto di fare una riforma, accade in tanti paesi. Dobbiamo tornare, e di corsa, a parlare di sport e delle attività delle federazioni visto che siamo vicini alle Olimpiadi. Sono polemiche che non servono. A rischio le Olimpiadi di Milano-Cortina nel 2026? Il Cio ha già grandi difficoltà a trovare le sedi per le Olimpiadi, Milano-Cortina rappresentano il meglio, Bach se ne guardi bene…».

Angelo Binaghi: «La riforma di Sport e Salute è la cosa migliore che poteva essere fatta per rifondare lo sport italiano che soffre di autorefenzialità e che da tempo ha bisogno di rimettersi in moto, perché questa struttura esiste da 40 anni ed è immutabile in un mondo nel quale le cose cambiano e si evolvono non di giorno in giorno ma di ora in ora. In quanto ente pubblico, il Coni ha il dovere di dialogare per migliorare le leggi che deve fare il Parlamento. Malagò, come membro Cio, deve rendere migliore la riforma ma non va bene che dica “se passa la riforma, farò di tutto affinché il Cio la bocci e crei problemi all’Italia».

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