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Lo scempio del Collana: dopo l’Universiade sarà chiuso di nuovo

L’impianto è stato aperto, in parte, per gli allenamenti degli atleti ma resta un grande cantiere per il palleggio di responsabilità tra Regione e Giano. Persi, intanto, 500 tesserati

Lo scempio del Collana: dopo l’Universiade sarà chiuso di nuovo

E’ stato bello rivedere lo Stadio Collana riaprire, anche se solo in parte, per permettere ai lanciatori martellisti e ai giavellottisti che partecipano all’Universiade di allenarsi. Quasi emozionante dopo anni di stop vissuti dall’impianto del Vomero. Peccato che è stata solo un’illusione e che, dopo la manifestazione, il Collana tornerà ad essere chiuso.

La vicenda – drammatica, che fa arrabbiare e non poco – è oggi sul Mattino.

Agli allenamenti, del resto, non ha potuto assistere nessuno. Solo agli atleti è stato concesso di entrare nell’impianto: né ai tifosi, né ai tecnici. Il motivo, spiega il quotidiano, è che lo stadio è ancora un mezzo cantiere.

Il presidente della Fidal regionale, Sandro Del Naia, dice:

“Sono state rese agibili per gli allenamenti solo pista, campo e parte degli spogliatoi. Le tribune erano interdette. Dopo le Universiadi continueranno i lavori. In particolare si dovranno fare quelli per le illuminazioni dello stadio e probabilmente dovranno anche lavorare su un paio di corsie esterne della pista di atletica perché devono essere sistemate le torri-faro. Dovranno chiudere nuovamente l’impianto”.

Il problema è che non si sa quanto dureranno, questi lavori e, dunque, quando riaprirà l’impianto.

Aggiunge Del Naia:

“Forse dovremo aspettare il 2020. Ma anche quello è da definire perché ci sono tante turbolenze”.

Intanto, però, come spiega lui stesso, nella provincia di Napoli si contano 500 tesserati in meno. Ovvero quelli che utilizzavano il Collana per l’atletica, che si stanno disperdendo nelle altre strutture dove possono praticare lo sport. Il Vomero non ha più un riferimento dal punto di vista sportivo, centinaia di giovani sono costretti ad emigrare altrove, in città, per esercitare un loro diritto, quello allo sport.

La questione, scrive il Mattino, gira attorno al palleggiarsi delle responsabilità tra Regione Campania, che si occupa di prato e pista d’atletica e la Giano, società che dovrebbe occuparsi delle palestre. Del resto, aggiungiamo noi, il problema Collana è stato ridotto solo a questo, finora, un groviglio di burocrazia e dispetti e anche di nodi molto poco chiari, come quelli su cui, al momento, sta indagando la Corte dei Conti.

Per le Universiadi una parte degli spogliatoi è stata sistemata: solo quella necessaria a consentire agli atleti che dovevano allenarsi di cambiarsi. Il resto degli spogliatoi resta a livello di cantiere.

L’amministratore della Giano, ditta che si è aggiudicata l’impianto, Gennaro Ferraro, difende l’azienda:

“L’impegno della Ginao è stato pienamente rispettato: dovevamo fare gli spogliatoi. Abbiamo un contratto con la Regione e fino ad ora abbiamo fatto i primi contratti con le associazioni sportive per il futuro”.

Conferma anche lui che il Collana tornerà ad essere un cantiere e non dà alcuna certezza sui tempi di riapertura:

“Per i tempi è impossibile dirlo. Alcune cose partiranno presto perché richiedono un intervento meno impegnativo. Altre no, perché buona parte dello stadio non è praticabile. Ma il nostro interesse è quello di fare presto”.

 

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