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Siamo agli ultimi conati della rivoluzione sarrista. Per fortuna, De Laurentiis non tradisce

Quanti orfani si è ritrovata Napoli sul groppone. Speriamo che l’Illuminismo torni a risplendere in una capitale che ha bisogno di una stagione di speranze e vittorie

Siamo agli ultimi conati della rivoluzione sarrista. Per fortuna, De Laurentiis non tradisce

I titoli di coda del Comandante

Ah, che sollievo. Finalmente la telenovela sul Comandante degradato sul campo a ragioniere piccolo piccolo, è arrivata all’ultima puntata. È questione ormai di ore e sapremo che fine farà. Che vada alla Juventus è certo, a meno di clamorosi colpi di scena.

Azzardo che a questo punto diventa persino secondario l’approdo juventino perché si è già consumato il divorzio sentimentale con la città tradita, sedotta e abbandonata.

Quanti orfani si è ritrovata Napoli sul groppone. Davvero c’era qualcuno – erano in molti per la verità – che aveva dichiarato amore eterno per il Comandante Maurizio Sarri. Che da sublime allenatore di calcio si era trasformato in un mito. Perché era un “compagno”, era l’allenatore “operaio” intossicato dalla nicotina. In questa sublimazione collettiva paradossalmente Sarri era rappresentato come uno di noi.

Farneticazioni subliminali

Farneticazioni subliminali. Ci hanno davvero creduto che potesse guidare il grande riscatto di una città perduta. Questa follia ha portato la Napoli sarrista a sognare la presa del Palazzo d’Inverno. La nostra San Pietroburgo è in un buco di Roma, la Filmauro. Che scandalo, una società sportiva che non ha sede nella sua Napoli ma nella capitale.

Ecco, la Rivoluzione sarrista doveva portare alla decapitazione del tiranno, il presidente  Aurelio De Laurentis, il “pappone”. Solo la Rivoluzione avrebbe giustificato il “golpe” societario.

Ma oggi, con il traditore Sarri passato al nemico, alla Juventus, la Rivoluzione traballa, si affloscia, si spegne. Come in un incubo collettivo c’è ancora chi sussurra “a morte il Pappone”. Ma sono gli ultimi conati di una Napoli lazzarona. Speriamo che l’Illuminismo torni a risplendere in una capitale che ha bisogno di una stagione di speranze e vittorie.

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