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Sconcerti: “Totti, come tanti altri ex di grandi squadre, ha paura di vivere”

Sul CorSera: “Per diventare davvero produttivi, gli ex dovrebbero esporsi e uscire dal loro essere una bandiera per professione. Ma questo li spaventa. Difficile trovarli dentro una responsabilità”

Sconcerti: “Totti, come tanti altri ex di grandi squadre, ha paura di vivere”

Parla della conferenza stampa di Totti, Mario Sconcerti, sul Corriere della Sera. Dice di aver trovato giuste molte cose dette dall’ex capitano. Una cosa su cui l’ex capitano ha ragione è che “un presidente deve essere presente”, ma è troppo giovane, come dirigente, per poter chiudere per bene il concetto:

“non esistono più imprenditori italiani che possano prendere una grande società. Costa troppo”.

Su Baldini, Sconcerti, che lo conosce, dice che “non è un uomo nero” e che “non può essere lui il nemico”. La domanda che si dovrebbe fare Totti, scrive, è piuttosto un’altra: perché Pallotta preferisce i consigli di Baldini ai suoi?

“L’impressione è che Totti continui a vedere la vita da un campo di calcio, dove tutti gli passavano la palla e lui era il migliore, il più ascoltato. Da giovane dirigente devi ricominciare, non c’è un continuum, è un altro mestiere. Non sei il Capitano, sei un dirigente fra altri che hanno perfino il diritto di esserti rivali”.

Funziona così in qualunque posto di lavoro, scrive Sconcerti.

Totti sembra avere la classica sindrome degli ex calciatori, quella che l’opinionista definisce “paura di vivere”.

I giocatori, spiega, hanno una vita rovesciata: a 35 anni sono vecchi ma a 50 sono giovani. Questa cosa li porta ad avere paura di non farcela, paura di perdere soldi e privilegi.

“Così si rifugiano nel mestiere del mestiere, fare gli ex della grande squadra. Usano i resti della vecchia gloria. Pubblicità, televisione, opinionismo, qualcosa che sia sempre un po’ di parte. Difficile trovarli dentro una responsabilità”.

Campioni come Del Piero, Baggio, De Rossi, Totti e tanti altri potrebbero fare i presidenti federali oppure lavorare nel calcio cercando giovani promettenti, studiando gli avversari, usando “l’esperienza per migliorare il mestiere”:

Ma, per farlo, scrive Sconcerti,

“dovrebbero esporsi, uscire dal loro essere una bandiera per professione. E questo letteralmente li spaventa. Vogliono correre paralleli alla vita o guardarla sdegnati dalla nuova solitudine”.

E’ questo spavento che ha mostrato Totti, ieri.

“Troppe parole per esprimere un disincanto naturale, troppe accuse gridate, nessuna autocritica. Tutti sintomi della paura di vivere”.

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